martedì 26 agosto 2014

L'incertezza della pena

Cari lettori, vecchi e nuovi, eccomi tornato dopo poco più di tre settimane a scrivere di calcio; in questi miei giorni di silenzio mediatico sono successe diverse cose più o meno interessanti. Di alcune parlerò nei prossimi giorni, di altre non parlerò perché già troppo chiacchierate. Oggi mi voglio occupare di un tema già affrontato nei mesi scorsi in almeno due post (Chiello e il cannibale - La fifa della UEFA) e cioè quello della falsa severità dell'UEFA e della FIFA. Il mio pensiero è che entrambe temano i poteri forti e che quindi proclamino, sull'onda dell'opinione pubblica, sanzioni esemplari che molto spesso per non dire sempre vengono poi modificate, edulcorate o addirittura annullate. Nello specifico mi riferisco al caso Barcellona e al caso Suarez che quasi fatalmente si sono incrociate in questa estate.


Di Suarez e del suo morso a Chiellini durante gli ultimi mondiali il ricordo è freschissimo; la sanzione della FIFA prevedeva una squalifica di 9 partite internazionali e 4 mesi nei quali il giocatore uruguaiano non avrebbe potuto svolgere nessuna attività connessa con il calcio compreso allenarsi col gruppo e disputare amichevoli. Dal 15 agosto, grazie ad una sentenza del TAS, Suarez ha potuto allenarsi con i suoi nuovi compagni e disputare anche amichevoli con il Barcellona. Barcellona? Sì, perché pochi giorni dopo la squalifica, una delle società più importanti al mondo ha deciso di tesserare il "cannibale", e qui arriviamo al secondo caso di finta sanzione. Proprio la squadra spagnola infatti era stata punita con il blocco del marcato per 18 mesi a causa di irregolarità nella compravendita di calciatori minorenni. Dopo vari ricorsi il blocco è stato ridotto a sole due sessioni di mercato ma a partire da quella di gennaio 2015, permettendo così agli spagnoli di fare mercato anche in prospettiva e di comprare tra gli altri proprio Suarez.
Mi domando quindi che senso abbia promettere e comminare sanzioni "esemplari", da molti considerate giuste, per poi ridurle o eliminarle. Quale credibilità può avere un organismo che torna sulle sue decisioni guarda caso sempre in presenza di società o federazioni potenti? La risposta è talmente ovvia che eviterò di darla.

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