mercoledì 3 dicembre 2014

I deficienti del calcio

Non vi allarmate, non sto insultando nessuno, sto solo facendo una constatazione e se avrete la voglia di arrivare in fondo al post lo capirete.
Sanzione "esemplare" per i tifosi dell'Atalanta: per la prima volta dall'introduzione del decreto legge sulla violenza negli stadi, il ministro dell'Interno ha firmato il provvedimento che vieta le trasferte ai tifosi per tre mesi. 
E' quindi stata vietata, in occasione delle partite casalinghe dell'Atalanta, la vendita dei biglietti, per tutti i settori dello stadio, a chi non possiede la tessera del tifoso, ed è stata inoltre disposta la sospensione, per la Curva Nord, di biglietti e abbonamenti precedentemente rilasciati ai non possessori della tessera.
A sentire le proteste di chi è solo e semplicemente tifoso si potrebbe pensare per un momento che il divieto di trasferta di tre mesi e di accedere al Comunale senza la "tessera", sia una ingiusta penalizzazione per l'Atalanta e per Bergamo, e che a pagare i gesti violenti di un gruppo di tifosi sia in fondo chi con la violenza non c'entra nulla.
Ma se ci fermiamo un attimo a ragionare su questa decisione, non possiamo non ammettere una verità purtroppo impossibile oggi da nascondere: è ora di uscire tutti allo scoperto e non fornire più alibi a chi riesce a tenere in scacco intere città, seminando panico, e negando a una parte di popolazione la possibilità di vivere una giornata di festa come si deve.
E' giusto che per l'idiozia di pochi paghino tutti? Se i "tutti" in questione, per quieto vivere o vigliaccheria, non alzano la voce e non muovono un dito per cambiare le cose, sì, paghino, perché a questo punto possono essere considerati complici. Io complice non voglio esserlo e quindi mi espongo.


Quello che più mi sconvolge nella vicenda è il comunicato ufficiale diramato dalla “CURVA NORD 1907 ATALANTA” in merito alla decisione presa dalle autorità e in particolare sono due i punti che trovo agghiaccianti: il primo riguarda i tifosi arrestati che, a leggere le dichiarazioni, "non sono tra i responsabili degli scontri perché erano da tutt'altra parte". Ecco onestamente con tutta la buona volontà non riesco a credere che la polizia abbia arrestato delle persone a caso, estranee ai fatti, e il sostenerlo ritengo sia solo l'ennesima presa in giro di gente che non è in grado di far funzionare il cervello. Certo degli errori possono essere stati commessi e, se così fosse, sarò felice di scusarmi ed ammettere di aver sbagliato, ma l'esperienza insegna che per gli ultras sono tutti innocenti tranne le istituzioni.
Il secondo punto riguarda il passaggio del comunicato nel quale la curva scrive: "tutti sanno che da anni condanniamo, senza eccezioni, l’utilizzo di bombe carta in ogni circostanza (lo provano vari articoli sul giornalino e volantini). A maggior ragione se, come ipotizzato dai giornali, qualcuno le ha modificate con chiodi e bulloni." E' questo il punto dove lor signori dimostrano di non aver capito il problema. Come fai dopo episodi del genere a condannare l'utilizzo delle bombe carta senza accennare alle altre armi utilizzate e, cosa ancor più importante, come puoi non condannare la violenza in generale? 
Purtroppo la risposta la conosco benissimo perché quello degli ultras è un mondo assurdo e lo dimostrano le dichiarazioni di uno dei capi del tifo atalantino: "Lo scontro è la nostra droga. Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita. Quando devi farti rispettare in una città che non è la tua. Oppure quando arrivano gli avversari in trasferta, che alle dieci sei già lì, sul piazzale dello stadio. È la difesa del tuo territorio. La voglia di picchiarsi col nemico. Fargli capire che qui comandi tu."
Credo sia inutile commentare, e non mi si dica che non capisco, perché quelli che non capiscono sono loro, i deficienti del calcio, nel senso latino del termine e cioè che sono mancanti. Cosa manchi loro, lascio a voi deciderlo.



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