Brandao, già squalificato sei mesi dalla Lega francese per la testata a Thiago Motta dopo Psg-Bastia del 16 agosto scorso, domenica in tv aveva pure chiesto scusa. Certo avrebbe potuto farlo prima, senza far trascorrere tre mesi e avrebbe anche potuto farlo in maniera diversa, visto che le sue scuse non erano per il diretto interessato, mai citato.
Dalla giustizia penale però è arrivata una punizione esemplare. Il procuratore infatti aveva chiesto otto mesi, ma con la condizionale e solo 15 mila euro di multa; il brasiliano dovrà pagarne 5 mila in più, ma con il rischio reale di restare trenta giorni dietro le sbarre. Su Brandao, assente perché si è fatto operare proprio ieri a una coscia, è pesata l’accusa di premeditazione dell’aggressione, che ha provocato la frattura non scomposta del naso dell'avversario. Per il presidente della corte un gesto inaccettabile in un contesto di lotta alla violenza negli stadi, soprattutto se commesso dai giocatori. Anche l’azzurro non era presente al processo, avendo preferito delegare all'avvocato del suo club una testimonianza scritta dove ha spiegato il contesto della gara, senza negare gli insulti. Insulti ritenuti "scontati" e immancabili durante qualsiasi partita di calcio, ma per Brandao invece destabilizzanti e causa primaria di una reazione irragionevole e comunque condannabile a un mese di prigione. Anche se l’attaccante può fare appello e sperare in qualche sconto e al momento non è ancora chiaro se Brandao finirà in cella. Stando ai media francesi, il giudice avrebbe infatti lasciato intendere che il brasiliano potrebbe cavarsela anche con una riconversione della pena e quindi scampare la detenzione.
Sarò la solita voce fuori dal coro, ma pur ritenendo deprecabile e da condannare il gesto di Brandao, non potrò mai concordare e accettare che gli insulti vengano ritenuti parte del gioco e dello spettacolo.