venerdì 21 novembre 2014

Il calcio che sarà

Il calcio italiano prova a rinnovarsi sperando di recuperare quel gap tecnico ed economico che ci separa dal resto delle grandi d'Europa e che continua ad aumentare. Le novità principali sono 2 e riguardano la composizione delle rose e la questione "extracomunitari"; per quanto riguarda il primo punto le rose delle squadre di Serie A avranno un limite massimo di 25 calciatori, di cui 4 cresciuti in Italia e 4 cresciuti nel vivaio del club per cui sono tesserati, libero invece il tesseramento degli Under 21. Per quanto concerne i giocatori extracomunitari si parla di riforma dei cosiddetti giovani di serie; il giovane extracomunitario al primo tesseramento deve essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive e comunque aver frequentato la scuola per almeno 4 anni; inoltre la sostituzione del calciatore extracomunitario sarà possibile solo nel caso di esistenza del contratto da professionista da almeno 3 anni (dal 2012).


La cosa strana è che il consiglio federale ha visto il voto contrario proprio delle componenti tecniche e cioè calciatori e allenatori e quindi prevedo polemiche a non finire. Polemiche che sono già cominciate sui social dove c'è chi pensa che tale riforma porterà ad un peggioramento dei giovani italiani che, costretti ad aggregarsi alle prime squadre, si sentiranno già arrivati.
Personalmente ritengo che il solo sussistere di una riforma in un ambiente ormai stagnante da decenni sia di per sé positivo, ma allo stesso tempo non ritengo la riforma risolutiva; vedremo se il tempo mi darà torto o ragione.

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