In Italia siamo soliti avere
leggi e norme particolari che nessun altro stato ha; il calcio non fa
eccezione. È infatti possibile nel nostro paese che due società distinte
detengano i diritti sportivi di un solo giocatore come accade ad esempio, per
restare nell'attualità, con Cuadrado, a metà tra Udinese e Fiorentina, Candreva, a metà tra Lazio e la stessa Udinese e soprattutto il capocannoniere della serie a Ciro Immobile, in comproprietà tra Juventus e Torino. Nessun’altra federazione
calcistica prevede questa possibilità; di contro esistono norme presenti quasi
ovunque ma non in vigore nella nostra penisola. Mi riferisco ad esempio all'obbligo
di riscatto in un prestito e alla clausola del controriscatto. Nell'ultimo
consiglio di Lega di qualche settimana fa era appunto all'ordine del giorno l’abolizione
della norma sulle comproprietà con la possibilità di risolvere quelle in essere
entro due anni, ma non si era trovato un accordo tra i presidenti e l’adeguamento
normativo sembrava sfumato. Ieri invece il consiglio federale della FIGC,
andando contro le decisioni prese dalla Lega, ha abrogato le comproprietà o, per
essere più tecnici, le compartecipazioni tra due squadre nella proprietà del
cartellino di un giocatore, fissando inoltre il termine per la risoluzione di
quelle già sottoscritte ad un solo anno, creando così, non pochi problemi ai
club che dovranno obbligatoriamente adeguarsi. Secondo il procuratore Antonio
Caliendo il provvedimento serve a ripulire i bilanci delle società e renderli
più reali.
A mio avviso il risultato sarà
che i giovani andranno in prestito invece che in comproprietà che, a conti
fatti, era più vantaggiosa per le cosiddette medio-piccole le quali,
rivalutando o mettendo in luce il giocatore, potevano poi ricavare un introito
per la propria metà del cartellino e che invece ora saranno meno invogliate ad
avere giocatori non da loro tesserati. Inoltre non ci sarà più motivo, in caso
di prestiti, per preferire il mercato nostrano a quello di importazione che verrà
così ulteriormente rafforzato. Solo il tempo ci dirà se questa abolizione è
stata un bene per il calcio italiano ma intanto è servita ad allinearci con il
resto del mondo.
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