mercoledì 28 maggio 2014

Giocatori a metà: FIGC contro Lega

In Italia siamo soliti avere leggi e norme particolari che nessun altro stato ha; il calcio non fa eccezione. È infatti possibile nel nostro paese che due società distinte detengano i diritti sportivi di un solo giocatore come accade ad esempio, per restare nell'attualità, con Cuadrado, a metà tra Udinese e Fiorentina, Candreva, a metà tra Lazio e la stessa Udinese e soprattutto il capocannoniere della serie a Ciro Immobile, in comproprietà tra Juventus e Torino. Nessun’altra federazione calcistica prevede questa possibilità; di contro esistono norme presenti quasi ovunque ma non in vigore nella nostra penisola. Mi riferisco ad esempio all'obbligo di riscatto in un prestito e alla clausola del controriscatto. Nell'ultimo consiglio di Lega di qualche settimana fa era appunto all'ordine del giorno l’abolizione della norma sulle comproprietà con la possibilità di risolvere quelle in essere entro due anni, ma non si era trovato un accordo tra i presidenti e l’adeguamento normativo sembrava sfumato. Ieri invece il consiglio federale della FIGC, andando contro le decisioni prese dalla Lega, ha abrogato le comproprietà o, per essere più tecnici, le compartecipazioni tra due squadre nella proprietà del cartellino di un giocatore, fissando inoltre il termine per la risoluzione di quelle già sottoscritte ad un solo anno, creando così, non pochi problemi ai club che dovranno obbligatoriamente adeguarsi. Secondo il procuratore Antonio Caliendo il provvedimento serve a ripulire i bilanci delle società e renderli più reali.



A mio avviso il risultato sarà che i giovani andranno in prestito invece che in comproprietà che, a conti fatti, era più vantaggiosa per le cosiddette medio-piccole le quali, rivalutando o mettendo in luce il giocatore, potevano poi ricavare un introito per la propria metà del cartellino e che invece ora saranno meno invogliate ad avere giocatori non da loro tesserati. Inoltre non ci sarà più motivo, in caso di prestiti, per preferire il mercato nostrano a quello di importazione che verrà così ulteriormente rafforzato. Solo il tempo ci dirà se questa abolizione è stata un bene per il calcio italiano ma intanto è servita ad allinearci con il resto del mondo.

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