lunedì 26 maggio 2014

Le meringhe battono i materassai...

Come tutti saprete sabato sera il Real Madrid ha vinto la sua decima Coppa dei Campioni battendo l’Atletico Madrid del Cholo Simeone riuscendo a siglare il gol del pareggio che ha poi portato ai tempi supplementari solo in pieno recupero, al minuto 93. Sarò probabilmente l’unico, ma da italiano sono contento perché facevo il tifo per quel poco di Italia presente in questa finale dove siamo stati rappresentati da Carletto Ancelotti, uno degli allenatori più vincenti in Europa ma non amato da moltissimi tifosi compresi quelli juventini che lo hanno avuto come allenatore per due stagioni. Significativo il coro dedicatogli più volte che recita testualmente “un maiale non può allenare”; ebbene il “maiale” è riuscito, al primo colpo, dove avevano fallito anche i più grandi, compreso lo “Special One” Mourinho. Dopo ben 12 anni il Real è tornato a vincere la massima competizione europea e gran parte del merito viene dato dai giocatori ma anche dalla stampa spagnola all’allenatore italiano che è stato in grado di rendere squadra un gruppo di fuoriclasse che, fino ad oggi, avevano mostrano grandi doti personali ma che non riuscivano a coesistere e remare nella stessa direzione.


Nel primo derby della storia che assegnava un trofeo così importante le “merengues” hanno battuto i “colchoneros”; letteralmente le meringhe hanno battuto i materassai. Se è facilmente comprensibile che il soprannome “meringhe” sia dovuto al colore bianco della maglia del Real più complessa è l’associazione tra l’Atletico e i “materassai” anche se la protagonista è sempre la maglia; dopo alcuni anni in bianco e blu, i giocatori dell’Atletico adottarono, nel 1912, la divisa biancorossa perché erano colori più economici in quanto ricavabili dalle tele che rivestivano i materassi.



Vorrei concludere questo post facendo i complimenti a Simeone e ai suoi ragazzi che hanno vinto il campionato spagnolo, il decimo dopo un digiuno di 18 anni, e sono riusciti ad arrivare per la seconda volta nella storia in finale di Champions. La gratitudine dei tifosi è stata evidente negli applausi e nei cori del dopo sconfitta; un unico muro di sciarpe biancorosse che in questi tempi bui riconciliano con questo sport.

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