Questione di feeling cantavano
Mina e Cocciante nel 1985 in un duetto storico per la musica italiana.
Questione di feeling è anche quella tra un allenatore e la dirigenza, la
squadra ma anche la tifoseria. A volte però il feeling si esaurisce o
addirittura la scintilla non scatta mai; è questo il caso di Mazzarri, uno che
non brilla certo per la simpatia, che non riesce proprio a farsi amare da una
tifoseria ammettiamolo non proprio facile come quella interista. Come
allenatore è difficile discutere Mazzarri: ha portato il Livorno in serie a, ha
conquistato tre salvezze di fila con la Reggina anche nell’anno della
penalizzazione (11 punti), ha conquistato con la Sampdoria l’accesso alla Coppa
Uefa e ha portato il Napoli in Europa tre anni di fila di cui due in Champions
grazie anche ad un secondo posto, oltre ad aver vinto la Coppa Italia. Sono
però altrettanto evidenti i difetti dell’allenatore toscano: non ama i giovani
e di conseguenza non riesce a valorizzarli, è troppo rigido nel voler applicare
sempre e comunque la difesa a 3 e usa sempre una rosa ristretta di giocatori al
punto che dopo qualche partita sai già che farà tre sostituzioni nel secondo
tempo, ma sai anche chi entrerà e probabilmente anche a che minuto. Se, a tutto
questo, si aggiunge che predilige un gioco di rimessa e che ha un comportamento
da “piangina” o “lamentino” che irrita i tifosi avversari e molto spesso anche
i propri si capisce per quale motivo venga sempre accolto nelle “grandi” squadre
con un po’ di scetticismo. A Napoli, nonostante i risultati, la maggior parte
dei tifosi non lo rimpiangono ma sarebbe ingiusto dire che non si sia
guadagnato i gradi di allenatore “top”.
Per quanto concerne l’Inter,
personalmente la ritengo una delle poche squadre con una tifoseria in grado di
bruciare giocatori e allenatori dopo una sola partita. Il tifoso interista è
giustamente esigente ma non ha pazienza e, spesso, fischia i propri giocatori
che quindi paradossalmente ricevono più critiche a San Siro che in altri stadi
- e non mi riferisco a Gresko che sarebbe stato fischiato anche giocando nel
giardino di casa sua.
Mazzarri quindi non è stato
mai amato dai suoi attuali tifosi e ha vissuto un’annata difficile anche a
causa del cambio di proprietà, ma è riuscito nell’obiettivo minimo di riportare
i nerazzurri in Europa. C’è stato però un episodio che ha, a detta di molti,
incrinato definitivamente il rapporto ed è stato quando, durante il derby di
qualche settimana fa, l’ultimo che avrebbe potuto giocare Zanetti prima del
ritiro, l’allenatore non l’ha messo in campo nemmeno per pochi minuti
suscitando le ire dei tifosi che l’hanno giudicata una mancanza di rispetto nei
confronti della storia interista. Personalmente capisco che Mazzarri, dovendo
ancora conquistare il quinto posto ed essendo in svantaggio, abbia creduto di
poter ribaltare il risultato con un cambio diverso e che l’aver alla fine perso
la partita abbia aumentato la rabbia dei tifosi ma ritengo l’episodio solo la
goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo da tempo.
In tutto questo, sembra che la
dirigenza voglia confermare per un’altra stagione il tecnico ma tutti i tifosi sperano
che questo non avvenga perché quel famoso feeling di cui cantavano Mina e
Cocciante non c’è e forse non ci potrà mai essere.
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