martedì 20 maggio 2014

Questione di feeling...

Questione di feeling cantavano Mina e Cocciante nel 1985 in un duetto storico per la musica italiana. Questione di feeling è anche quella tra un allenatore e la dirigenza, la squadra ma anche la tifoseria. A volte però il feeling si esaurisce o addirittura la scintilla non scatta mai; è questo il caso di Mazzarri, uno che non brilla certo per la simpatia, che non riesce proprio a farsi amare da una tifoseria ammettiamolo non proprio facile come quella interista. Come allenatore è difficile discutere Mazzarri: ha portato il Livorno in serie a, ha conquistato tre salvezze di fila con la Reggina anche nell’anno della penalizzazione (11 punti), ha conquistato con la Sampdoria l’accesso alla Coppa Uefa e ha portato il Napoli in Europa tre anni di fila di cui due in Champions grazie anche ad un secondo posto, oltre ad aver vinto la Coppa Italia. Sono però altrettanto evidenti i difetti dell’allenatore toscano: non ama i giovani e di conseguenza non riesce a valorizzarli, è troppo rigido nel voler applicare sempre e comunque la difesa a 3 e usa sempre una rosa ristretta di giocatori al punto che dopo qualche partita sai già che farà tre sostituzioni nel secondo tempo, ma sai anche chi entrerà e probabilmente anche a che minuto. Se, a tutto questo, si aggiunge che predilige un gioco di rimessa e che ha un comportamento da “piangina” o “lamentino” che irrita i tifosi avversari e molto spesso anche i propri si capisce per quale motivo venga sempre accolto nelle “grandi” squadre con un po’ di scetticismo. A Napoli, nonostante i risultati, la maggior parte dei tifosi non lo rimpiangono ma sarebbe ingiusto dire che non si sia guadagnato i gradi di allenatore “top”.


Per quanto concerne l’Inter, personalmente la ritengo una delle poche squadre con una tifoseria in grado di bruciare giocatori e allenatori dopo una sola partita. Il tifoso interista è giustamente esigente ma non ha pazienza e, spesso, fischia i propri giocatori che quindi paradossalmente ricevono più critiche a San Siro che in altri stadi - e non mi riferisco a Gresko che sarebbe stato fischiato anche giocando nel giardino di casa sua.
Mazzarri quindi non è stato mai amato dai suoi attuali tifosi e ha vissuto un’annata difficile anche a causa del cambio di proprietà, ma è riuscito nell’obiettivo minimo di riportare i nerazzurri in Europa. C’è stato però un episodio che ha, a detta di molti, incrinato definitivamente il rapporto ed è stato quando, durante il derby di qualche settimana fa, l’ultimo che avrebbe potuto giocare Zanetti prima del ritiro, l’allenatore non l’ha messo in campo nemmeno per pochi minuti suscitando le ire dei tifosi che l’hanno giudicata una mancanza di rispetto nei confronti della storia interista. Personalmente capisco che Mazzarri, dovendo ancora conquistare il quinto posto ed essendo in svantaggio, abbia creduto di poter ribaltare il risultato con un cambio diverso e che l’aver alla fine perso la partita abbia aumentato la rabbia dei tifosi ma ritengo l’episodio solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo da tempo.
In tutto questo, sembra che la dirigenza voglia confermare per un’altra stagione il tecnico ma tutti i tifosi sperano che questo non avvenga perché quel famoso feeling di cui cantavano Mina e Cocciante non c’è e forse non ci potrà mai essere.

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