“Povero diavolo, che pena mi fai”
cantava Cocciante e senza dubbio non si riferiva al Milan, ma oggi più che mai
la società rossonera si trova ad affrontare una crisi che si potrebbe definire
strutturale in quanto colpisce tutto il Milan, dai giocatori all’allenatore
fino alla dirigenza stessa. Non è un mistero che le vicissitudini del
presidente, oltre ad una crisi generalizzata del calcio nostrano, abbiano
indotto a vendere i pezzi pregiati e a ridurre drasticamente il monte ingaggi;
tutto questo ha portato a risultati sportivi deludenti culminati nel campionato
appena terminato con la mancata qualificazione europea. Ciò che però sorprende
è quella che sembra una totale mancanza di organizzazione che era invece il
fiore all’occhiello della società rossonera. Le lotte intestine e anche
mediatiche tra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani hanno destabilizzato l’ambiente
portando di fatto i tesserati a non riconoscere più un “potere forte” nelle
mani di qualcuno. Difficilmente negli altri anni della gestione Berlusconi
parole e fatti uscivano dallo spogliatoio o da Milanello, mentre adesso,
giornalmente, si parla ora di liti, ora di scazzottate, ora di cessioni
azionarie. È notizia di pochi giorni fa che sul pullman che portava la squadra
all'inaugurazione della nuova sede siano volate parole grosse e anche qualche
schiaffo tra il portiere Marco Amelia e il difensore Daniele Bonera, per motivi
apparentemente futili legati alla mancata voglia di qualcuno di rilasciare
autografi ai tifosi. Ma non è tutto: ieri, nella presentazione della sua
autobiografia, Gianluca Zambrotta ha accusato Allegri di aver fatto perdere lo
scudetto 2012 ai rossoneri per una “gestione sbagliata del gruppo” e ha
raccontato un episodio nel quale l'allenatore stesso e Ibrahimovic sarebbero
venuti alle mani.
Sicuramente anche la questione allenatore non aiuta; aver
scelto Clarence Seedorf pochi mesi fa si è rivelata una scelta infelice e ne
sono tutti consapevoli ma, sia perché prendendo un nuovo mister si dovrebbero
pagare due stipendi, sia perché a pochi giorni dalle elezioni europee non si
vuole fare niente di affrettato, la società non comunica una decisione che
sembra già presa dando un’idea sempre maggiore di instabilità. Mi auguro per i
tifosi rossoneri che in breve si risolvano i conflitti societari, si scelga l’allenatore
migliore per gestire uno spogliatoio così agitato e che il “Povero Diavolo”
torni ad essere il Grande Milan.
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