martedì 13 maggio 2014

La credibilità del codice etico

L'etica, letteralmente tradotta dal greco come comportamento o consuetudine, può essere definita come quella branca della filosofia che studia i fondamenti oggettivi e razionali che permettono di distinguere i comportamenti umani buoni, giusti o moralmente leciti rispetto a quelli cattivi o moralmente inappropriati; il codice etico definisce quindi l'insieme dei principi di condotta che rispecchia criteri di adeguatezza e opportunità in un determinato contesto. Fin qui tutto chiaro, forse un po' complesso ma chiaro. I problemi nascono quando i fondamenti oggettivi vengono giudicati in maniera soggettiva; è il caso del nostro commissario tecnico, Cesare Prandelli, che da qualche anno ha deciso di introdurre per la nazionale un codice etico, cioè di comportamento sia dentro che fuori dal campo, dal quale dipende la convocazione in nazionale. Il problema sta nel fatto che, non essendo chiari nè scritti i criteri, ed essendo Prandelli il giudice, decide lui se applicarlo o meno alimentando ogni volta discussioni infinite; forse se lo avesse introdotto senza renderlo pubblico le cose sarebbero diverse ma la storia non prevede nè se nè ma. 
Il caso di questi giorni è quello di Giorgio Chiellini, squalificato per tre giornate dopo Roma Juventus per una gomitata a Pjanic non ravvisata dall'arbitro ma punita dal giudice sportivo e convocato per il Brasile alla faccia del codice etico. Già due anni fa, l'esclusione di Criscito dagli europei aveva fatto parecchio discutere, specialmente in relazione alla convocazione di Bonucci, coinvolto in una situazione analoga. Non più di un mese fa Prandelli aveva dichiarato: "il codice etico sarà in vigore anche nell'ultimo mese, sono stanco di certi atteggiamenti, chi sbaglierà vorrà dire che non sa reggere la pressione di un mondiale. Non si può prevaricare l'avversario con gomitate e cazzotti."


Ammettiamolo, i nostri giocatori non sono degli stinchi di santo, e ad ogni convocazione c'è sempre qualcuno che si distingue per comportamenti eticamente inaccettabili eppure, il ct riesce sempre a sorprendere. Onestamente io non sono sorpreso perchè nelle sue decisioni trovo una linea chiara, discutibile ma chiara: se la convocazione è per una amichevole il codice vale per tutti, se è per una partita importante dipende dalla gravità del fatto, se è per i mondiali dipende dal giocatore. 
Io stesso, lo ammetto, non avrei saputo rinunciare a Chiellini ma avrei saputo così di rinunciare alla mia coerenza e forse anche alla mia credibilità. 

4 commenti:

  1. queste persone che ci rappresentano nel mondo, atleti o politici che siano sono lo specchio della nostra cultura e società, tra gli uomini non c'è nessuno giusto. Quindi a volte scandalizzarmi per queste cose mi pare una perdita di tempo e di dargli ancora più importanza parlandone non è quello che si meritano. Se non fossimo veramente d'accordo con le decisioni di uno di questi nostri rappresentanti, basterebbe un semplice boicottaggio.
    Non è la maniera più semplice per dire: "tu non mi rappresenti!"
    Così ogniuno dimostrerebbe di seguire il proprio codice etico e non fare come al solito i pecoroni.

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  2. ubi maior...codice cessa, anzi nel cesso proprio

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  3. caro davide purtroppo non sono politici e atleti ad essere il nostro specchio ma noi il loro

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