martedì 21 ottobre 2014

Assurdo pensare

Assurdo pensare che si possa morire su un campo di calcio; assurdo solo il pensiero che uno sport, uno spettacolo, un divertimento possa culminare in una tragedia. Eppure è successo e purtroppo succederà ancora perché la vita è imprevedibile e a volte la sorte è davvero crudele. Abbiamo assistito a morti per infarto, per altri malori e anche a morti di giovanissimi travolti dalla porta su campi troppo spesso improvvisati o sprovvisti delle adeguate attrezzature e dotazioni di sicurezza. Abbiamo visto tifosi morti, ma anche tifosi che uccidono calciatori, magari per un autogol ai Mondiali; abbiamo assistito a suicidi di giocatori durante o a fine carriera, ma mai e poi mai mi sarei aspettato che qualcuno potesse morire esultando. Con la morte non si scherza ma il mio primo pensiero è stato: "che morte stupida".


Sto parlando di Peter Biaksangzuala, centrocampista ventitreenne della Mizoram Premier League, uno dei campionati minori indiani, che martedì scorso al minuto 62, dopo aver segnato un gol, sceglie di festeggiarlo come Klose, Martins o Hernanes, cioè con alcune capriole. Dopo la seconda piroetta, il giocatore piomba a terra e viene soccorso da compagni e avversari e portato in ospedale dove la diagnosi è micidiale: danneggiamento letale del midollo spinale all'altezza del collo. Dopo sei giorni di agonia, domenica Peter è morto smettendo così per sempre di giocare, di divertirsi, di segnare e di esultare.

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