mercoledì 4 giugno 2014

La Nazionale è di tutti

Qualche giorno fa avevo aspramente criticato il nostro commissario tecnico Cesare Prandelli per le sue scelte nella convocazione del gruppo dei 30 premondiale e, nello specifico, per la quantomeno bizzarra applicazione del suo codice etico. Oggi che tutti si scagliano contro di lui per la definitiva lista dei 23 e per le esclusioni eccellenti come quella di Pepito Rossi io lo difendo e ne tesso le lodi. Lo difendo perché solo lui e il suo staff conoscono le reali condizioni fisiche dei giocatori in particolare di chi è tornato da poco da un infortunio, ma soprattutto perché il suo ruolo è proprio quello di selezionatore e, in quanto tale, decide e se ne assume la responsabilità sapendo di poter pagare anche con l'esonero l'aver preso decisioni rivelatesi poi "sbagliate". Sbagliate tra virgolette perché è facile parlare col senno del poi e perché sarà indimostrabile che scelte diverse ci avrebbero portato più avanti nel torneo.


Ne tesso le lodi perché umanamente è sempre disponibile, generoso e si presta per nobili cause; l'ultima, seppur nella sua semplicità, mi ha compito enormemente. Dallo scorso 20 maggio, nelle sue conferenze stampa si nota qualcosa di diverso; al suo fianco ci sono sempre stati ora giocatori ora addetti stampa ora membri del suo staff. La novità è rappresentata dalla presenza, proprio in piedi subito dietro il ct, di una interprete della Lis, la lingua dei segni, messa a disposizione dall'Ente Nazionale Sordi. Subito dopo la prima conferenza stampa Prandelli ha dichiarato che tutte le conferenze saranno tradotte nella Lis perché "la Nazionale è di tutti".


Nota a margine: alcune emittenti (Sky compresa) non hanno recepito il messaggio di Prandelli e hanno mandato in onda servizi con inquadrature strette della faccia del ct senza considerare l'interprete.

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