martedì 10 giugno 2014

Rissa tra compagni...il surreale del calcio

Settimana scorsa, è passata sotto silenzio, troppo silenzio, una notizia che mi ha fatto riflettere e rabbrividire, forse non proprio in quest'ordine. A Terni, quella che doveva essere una festa di sport è stata cancellata da una rissa tra genitori e giocatori. Avendo frequentato molti campi come si suol dire "di periferia", so che i genitori soprattutto a livello giovanile sono l'esempio lampante di quanto sia facile rendere "marci" ragazzi di tenera età con esempi non sbagliati ma sbagliatissimi. Quello che sto per raccontarvi ha ancora di più del surreale in quanto, i giocatori e i genitori erano della stessa società e più precisamente della Ternana che, per la prima volta, si trovava a giocare una finale scudetto, seppur semplicemente quella della categoria Berretti cioè per i ragazzi dai 15 ai 20 anni. L'allenatore Mariotti aveva, per l'occasione, preso in prestito diversi elementi della squadra primavera perché la società ci teneva a vincere il titolo; i giocatori più giovani esclusi erano quindi in tribuna molto delusi ed amareggiati e, secondo una prima ricostruzione, hanno tifato contro i propri stessi compagni. Al gol del vantaggio ternano, dagli insulti si è passati alle mani e l'arbitro ha fermato l'incontro per 8 minuti, con i pochi steward che faticavano a sedare la rissa aiutati anche da altri spettatori, finché non sono intervenuti gli agenti della DIGOS. Negli almanacchi resterà la vittoria del Torino ai rigori ma è evidente che non è stata una partita normale.


Le riflessioni da fare sono due: la prima riguarda l'opportunità di schierare ragazzi più grandi per provare a vincere la partita relegando in tribuna chi si era guadagnato con il lavoro e il sudore l'accesso a quella finale e la seconda riguarda la violenza in generale sempre più presente sui campi di calcio di qualunque categoria ed età. Ovviamente non ritengo giusta la decisione presa dalla dirigenza e dall'allenatore della Ternana, ma questo non giustifica assolutamente le reazioni che ci sono state. Di tutta questa storia rimane l'amarezza di uno spettacolo indecente, della scarsissima diffusione se non a livello locale della notizia e della mancanza, almeno per le informazioni in mio possesso, di provvedimenti adeguati. Come possiamo parlare di fair play o altro se già i ragazzi e bambini, che saranno i giocatori del futuro, sono costretti a vivere queste esperienze? Il fatto poi che la rissa fosse tra persone appartenenti alla stessa società rende questa vicenda una delle più surreali che abbia mai sentito. E' sempre più difficile sperare in un futuro migliore ma non posso e non voglio arrendermi.

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