martedì 27 maggio 2014

CR7 e l'amico Albert

Minuto 120 della finale di Champions League, l'arbitro olandese Kuipers fischia la fine delle ostilità, il Real Madrid vince 4-1 dopo che i tempi regolamentari erano finiti 1-1; l'uomo simbolo dei "blancos", fresco pallone d'oro, portoghese di nascita, vince la sua prima Champions proprio in terra lusitana siglando su rigore il quarto gol del Real, il diciassettesimo della competizione in 993 minuti giocati, quasi un record. Parlo ovviamente di Cristiano Ronaldo che, mentre i suoi compagni festeggiano, si avvicina agli spalti e abbraccia vigorosamente un tifoso dopo averlo aiutato a scendere in campo; chi sarà mai questo fortunato supporter? La risposta ce la offre proprio CR7, dichiarando poco dopo: "Devo ringraziare il mio vecchio amico Albert Fantrau per il mio successo. Giocavamo nella stessa squadra dell’under 18 nel campionato portoghese. Quando l’allenatore dello Sporting Lisbona venne a vederci, disse: “Chi segnerà più gol verrà nella nostra squadra. Vincemmo la partita 3-0. Io segnai il primo gol e il secondo lo segnò Albert Fantrau grazie a un grande colpo di testa. Ma il terzo fece rimanere tutti a bocca aperta. Albert era 1 contro 1 davanti al portiere, lui lo ha dribblato ed io mi trovavo proprio davanti a lui. Tutto quello che doveva fare era metterla in rete e invece l’ha passata a me ed ho segnato una doppietta. Andai così nello Sporting Lisbona. Dopo la partita gli ho chiesto: “Perché l’hai fatto?” e lui mi disse: “Sei più forte di me”.


I due sono adesso inseparabili amici e la storia è stata confermata diverso tempo fa ad un giornalista dallo stesso Fantrau che dopo aver smesso con il calcio per gli scarsi risultati è tuttora disoccupato ma vive in una bellissima casa con la sua famiglia facendo una vita agiata grazie proprio alla generosità del suo amico Cristiano Ronaldo.


Questa storia, forse un po’ romanzata, sembra stridere con la visione del calcio come sport dove contano solo i soldi e dove i giocatori vengono visti come dei ragazzini viziati, ma a me piace credere alle favole e quindi ho deciso di raccontarvela.

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