mercoledì 24 dicembre 2014

Pessotto, juve-napoli e la malafemmena

Avrei voluto augurarvi semplicemente un sereno natale con un post simpatico o almeno sereno, ma ancora una volta mi tocca parlare di come i "tifosi" non siano in grado di tifare a favore dei loro beniamini, ma preferiscano tifare contro gli avversari. Nello specifico, due sono gli episodi che hanno attirato la mia attenzione: il primo è accaduto durante il derby primavera Torino-Juve e riguarda cori vergognosi contro Pessotto, il secondo vede come protagonista Sara Tommasi. Il buon Maurizio Mosca avrebbe detto "chiiiiiii????" e forse alcuni di voi non la conoscono o se la conoscono non capiscono come io possa parlare di lei nel mio blog dedicato al calcio...un po' di pazienza e lo scoprirete.
Torniamo però al derby della Mole primavera (Coppa Italia) disputato domenica scorsa a Venaria; i presenti hanno assistito a cori vergognosi, insulti che segnano il degrado morale cui si può arrivare su un campo di calcio: "Suicidati, buttati, ammazzati, devi morire, pezzo di m...". Questi i termini, i modi con cui alcuni tifosi del Torino si sono rivolti al responsabile del settore giovanile della Juventus, Gianluca Pessotto, che nel 2006 tentò il suicidio. Cori che hanno anche impudentemente accompagnato l'uscita dal campo dei giocatori al termine della partita vinta per 1-0 dalla Juve, Non credo ci sia bisogno di commentare certi episodi, ma solo di raccontarli e diffonderli in modo che tutti i tifosi "sani" capiscano e condannino, loro per primi, certi atteggiamenti.


Il secondo episodio fa invece riferimento alla Supercoppa italiana disputatasi tra Juventus e Napoli lunedì scorso a Doha, in Qatar. Che non sarebbe stata una partita come le altre si sapeva, e i social erano pieni di riferimenti all'evento che per i napoletani era una rivincita della Supercoppa di 2 anni fa vinta dai bianconeri con infinite polemiche e la diserzione da parte dei tesserati azzurri alla premiazione. Riporto, una per tutte, una frase tratta dal libro Mondo Azzurro di Marco Rossano: "Napoli - Juventus non si può capire se non sei napoletano: è la lotta tra il Bene e il Male, tra gli Jedi e il lato Oscuro della Forza, tra Harry Potter e Voldemort, tra i Puffi e Gargamella, tra gli Hobbit e Sauron, tra Mazinga Zeta e il dottor Inferno, tra Kenshiro e Raul, tra Ra e Anubi, tra la Vita e la Morte! Forse un giorno, o mortali capirete..." 
Per la cronaca la coppa è stata vinta dagli azzurri ai rigori, al termine di una partita thriller che ha visto un susseguirsi di emozioni: un bello spot per il nostro calcio. Al termine dell'incontro non sono mancati commenti e prese in giro da ambo le parti, ma qualcuno ha esagerato. Nello specifico mi riferisco a Sara Tommasi, che ama far parlare di sé, ma di solito per ben altri motivi. 
La showgirl, se così si può definire, ha twittato un commento avventato e maleducato contro la città partenopea "E basta avete vinto ok, ho capito, ma domani sempre in mezzo alla monnezza ve svegliate!". Con questa maleducata nonchalance Sara Tommasi ha commentato il risultato della Supercoppa italiana. Il suo account è stato immediatamente subissato dalle critiche degli utenti, napoletani e non. Il giorno dopo, forse resasi conto di aver commesso un fallo da cartellino rosso, la showgirl ha innestato la retromarcia, tentando di correggere il tiro con una serie di tweet più concilianti, ma non trovando consensi è passata al contrattacco.


Per recuperare la situazione ha twittato prima "ragazzi è possibile che vi imbestialite? Si scherza sul calcio...su", poi "vediamo l'aspetto positivo...Mi segue mezza Napoli x insultarmi ma seguono! Ragazzi avete pur sempre battuto la Juve, Bravi", e ancora "Ragazzi ma che davvero? Sta passando il mess che io ce l'abbia con Napoli, Quando non è così e vi considero gente meravigliosa". Gli ultimi tentativi sono stati quelli di chiedere una tregua, di far passare il tutto come un fraintendimenti, ma dopo poco, il tono è cambiato: "uno che si è scusato con me per tutti gli insulti non l'ho visto! Poi dite di lavorare, meno male, che se avevate tempo x Twitter"; chiarissimo il riferimento al luogo comune che i napoletani non facciano niente dalla mattina alla sera. Nell'ultimo tweet la Tommasi ha dato però il meglio di sè: "Visto che non avete apprezzato i segnali di pace, apprezzerete quelli di guerra! Non mancherò di ricordarvi chi siete e da dove venite!".


Un incredibile misto di arroganza, ignoranza, luoghi comuni, cattivo gusto, mancanza di sportività e purtroppo di intelligenza; potrei abbassarmi al suo livello e affermare che le belle donne hanno poco cervello, ma non sarebbe da me e comunque non è quello che penso, quindi dirò semplicemente che Sara Tommasi ha dimostrato di avere poco cervello.

venerdì 19 dicembre 2014

La morte del fantacalcista

In questi giorni si celebrano i funerali dei fantacalcisti, morti con atroci sofferenze nei giorni scorsi. Già qualche settimana fa avevo trattato il tema (Spezzatino da infarto) presagendo possibili disgrazie dovute allo spezzettamento del campionato, ma questa settimana si è veramente superato il limite. A causa della finale di Supercoppa tra Juventus e Napoli del prossimo lunedì 22 dicembre, ben due partite del nostro campionato si sono disputate ieri - giovedì - con le altre in programma tra sabato e domenica. Tralasciando il fatto che a questo punto avrebbe avuto senso far giocare qualcuno anche di venerdì, per il nostro fantacalcista è stato fatale dover inviare la formazione di giovedì pomeriggio, per giunta con una partita che cominciava alle ore 19. Come fa il nostro povero protagonista - rappresentante di milioni di italiani che ogni settimana vivono di voti - a sapere chi schiererà Pioli, domenica sera a San Siro contro l'Inter? 


Il mestiere del fantacalcista è sempre più difficile perché tra anticipi, posticipi e turn-over trovare i giocatori da schierare è un'impresa; ho scritto mestiere perché per me e quelli come me è un vero e proprio lavoro, ma anche una malattia. Faccio un fantacalcio dove non basta schierare i difensori ma, a seconda del modulo, devo schierare difensori centrali (DC) o terzini (TS-TD); stessa cosa per centrocampo e attacco. Per di più è un fantacalcio che non finisce mai perché i giocatori sono tuoi per molti anni, come in un club reale, e in ogni momento devi programmare le stagioni successive e curare il vivaio. Avevo premesso che era un lavoro!
Comunque anche per quelli che giocano in maniera "classica", il rebus formazione è sempre più complesso; tra l'altro, sempre a causa di questa maledetta Supercoppa, che per motivi economici si disputerà a Doha e che non è stato possibile organizzare come al solito in agosto, Allegri e Benitez hanno pensato bene di lasciare molti campioni a riposo e di lasciare in panchina i giocatori diffidati per non rischiare una squalifica che avrebbe significato saltare la finale secca di lunedì prossimo. Quindi, tanto per fare un nome di peso, il Napoli ha giocato senza Higuain e per molti, che come me hanno costruito una squadra intorno al campione argentino, è stata un'ulteriore tragedia.
Non stupisce quindi che molti fanta-allenatori si siano arresi e si siano lasciati andare al folle gesto.

martedì 16 dicembre 2014

Tre pesi e tre misure

Tre mesi di inibizione per il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero. Lo ha stabilito il Tribunale Federale Nazionale della Federcalcio, presieduto dall'avvocato Sergio Artico, che ha inflitto anche un'ammenda di 10.000 euro al numero uno del club blucerchiato e di 35.000 euro al club ligure. L'inibizione riguarda le parole lesive espresse da Ferrero il 26 ottobre scorso durante la trasmissione “Stadio Sprint” nei confronti del presidente dell'Inter Erick Thohir, definito un «filippino».
Da quando, qualche mese fa è entrato nel mondo del calcio, il presidente Ferrero si è distinto per comportamenti e dichiarazioni eufemisticamente non convenzionali, suscitando l'ilarità di molti e attirando le simpatie del comico Maurizio Crozza che ha fatto della sua imitazione un punto fermo della propria trasmissione. 
L’uscita del presidente Ferrero, nello specifico, non era stata effettivamente felice, ma il contesto e il tono con cui era stata pronunciata era dichiaratamente scherzoso. Quaranta minuti dopo la sua dichiarazione, sul sito della Sampdoria, erano uscite le scuse ufficiali al presidente dell’Inter, al quale era stata poi spedita una lettera di scuse. In questo caso mi sento di condividere in pieno le dichiarazioni del giornalista Vaciago: "Una Federazione che archivia le frasi razziste di Tavecchio (pronunciate in un contesto ufficiale) e che punisce solamente con una multa gli insulti di Claudio Lotito a Marotta (nessuna scusa, nessun comunicato), come può punire così severamente Ferrero?" Siamo di fronte a tre pesi e tre misure, con uno sbilanciamento delle decisione della giustizia sportiva a favore di chi, in questo momento, gestisce il potere in Federcalcio; come si può non notare che Tavecchio è l'attuale presidente della FIGC, e che Lotito è stato uno dei suoi maggiori sostenitori tanto da ottenere una carica importante in Lega? Non amo parlare di complotti, e non lo farò neanche questa volta, ma come nella vita reale purtroppo la legge non è uguale per tutti!


Dopo l'inibizione, il numero uno della Sampdoria, Massimo Ferrero ha scritto questa nota sul sito ufficiale del club blucerchiato: "Buonasera amici miei. Oggi è successo qualcosa che ha dell'incredibile (ma vero!), e purtroppo non siamo su Scherzi a parte. Io ringrazio tutti i tifosi delle squadre di calcio italiane che la Mia Samp&Doria ha incontrato e incontrerà, per la simpatia e il rispetto dimostratomi. Vorrei anche ringraziare gli arbitri italiani, che ogni domenica, pur sotto pressioni pazzesche, a volte intimidazioni o aggressioni, fanno rispettare su tutti i campi le regole che il calcio si è dato più di un secolo fa, e senza le quali non sarebbe il gioco più bello, più amato e più seguito al mondo". Parole che confermano l'originalità e la stramberia del presidente soprannominato "Er Viperetta".

lunedì 15 dicembre 2014

Gli arbitri conoscono il regolamento?

La giornata calcistica di ieri ci ha regalato alcuni spunti interessanti e storie da raccontare: il trecentesimo gol di Luca toni, l'esordio in serie a del portiere Lamanna, entrato a causa dell'espulsione del titolare Perin e subito protagonista con un rigore parato a freddo di Lijaic. Non mi piacciono le polemiche, ma non posso non citare il presidente del Genoa che a fine partita, facendo riferimento ai recenti scandali della politica capitolina - Mafia Capitale - ha dichiarato "a Roma succedono cose brutte, spero non c'entri il calcio". 
Dal punto di vista del campo e del campionato, la Samp ha fermato la Juve a Torino e così la Roma si è portata a un solo punto dalla capolista, e a fondo classifica il Parma continua a non riuscire a vincere in attesa che martedì il presidente Ghirardi ceda la società ad acquirenti ancora ignoti.
E' sempre la partita della Juventus ad alimentare voci e polemiche, alle quali raramente mi accodo, ma non sono sordo all'indignazione che galoppa sui social; indignazione dovuta a due episodi. Il primo ha come protagonista il cilena Arturo Vidal che posso eufemisticamente definire un combattente e come tale non perde occasione per effettuare scivolate e interventi al limite della regolarità. In particolare ieri, pur essendo già ammonito, ha commesso un evidentissimo fallo da ammonizione; fallo talmente evidente che il direttore di gare ha pensato bene di lasciar proseguire il gioco. La domanda più frequente su facebook è: Cosa deve fare Vidal per essere espulso? Mi asterrò dal commento perché onestamente rispetto la discrezionalità dell'arbitro.


Dove però la discrezionalità non esiste è nel secondo episodio; siamo nel primo tempo sul risultato di 0-0 e Marchisio si appresta a battere il calcio d'angolo che porterà la Juventus in vantaggio grazie all'inzuccata di Evra. Quello che accade non è proprio una novità: il pallone viene posizionato in posizione errata, ma così errata da far storcere il naso anche a me. "Lo fanno tutti" non è una giustificazione e, come già detto, non c'è discrezionalità, il regolamento parla chiaro: il pallone deve essere posizionato in un punto qualsiasi della parte del terreno delimitata dall'arco d'angolo della bandierina.

Ci sono due possibilità: nessuno dei 6 arbitri ha visto o nessuno dei 6 arbitri conosce il regolamento. Onestamente non saprei quale delle due augurarmi!

mercoledì 10 dicembre 2014

A Natale siamo tutti più buoni

La cosa più incredibile non è che una ventina di giocatori di QPR e Crystal Palace, molti dei quali col classico maglione a tema natalizio, si siano ritrovati domenica sera allo Ship Inn di Wandsworth per il tradizionale party di Natale, né che il tecnico dei Rangers, Harry Redknapp, avesse annunciato giusto sabato scorso che i suoi non avrebbero fatto alcuna festa "perché bisogna pensare al campionato", bensì che sia stato Joey Barton -ovvero, il "cattivo" per antonomasia secondo i tabloid quando c’è da menar le mani- a far da paciere alla gigantesca rissa scoppiata all'improvviso nel locale e che ha mandato il nazionale inglese Steven Caulker all'ospedale con una ferita alla testa. "Tutto è iniziato quando una ragazza sui vent'anni ha rovesciato il suo drink addosso a Rio Ferdinand – ha raccontato uno dei presenti – e questi non l’ha ovviamente presa bene, alzandosi di scatto dalla sedia, chiaramente arrabbiato, mentre Shaun Wright-Phillips e Jody Morris, che erano seduti insieme con lui, gli dicevano di calmarsi e di lasciar perdere. Alla fine Rio (che prima dell’incidente aveva postato la classica foto ricordo con un compagno) se n’è andato via in taxi, in un crescendo di urla, prima che Caulker uscisse dal locale".


E' a questo punto che la ricostruzione si fa meno precisa, col testimone a descrivere di come il difensore del QPR “si sia ritrovato all'improvviso tutto coperto di sangue che gli usciva da una ferita sulla testa”, mentre i compagni di squadra “si ammassavano fuori dal pub e i buttafuori impedivano agli altri clienti di uscire, con Joey Barton che tentava di calmare gli animi dei presenti”. Un’immagine a cui lo stesso tabloid pare faticare a credere, insinuando che lo stesso Barton sarebbe in realtà stato coinvolto nella rissa, sebbene non vi siano riscontri in tal senso nemmeno nel verbale della polizia, nel quale si parla solo “di un ventenne trasportato in ospedale in ambulanza per una ferita alla testa” e si sottolinea che “non sono stati fatti arresti, mentre prosegue l’inchiesta per accertare cosa sia realmente accaduto”.
Di certo, almeno a dare retta ancora al tabloid, pare che i giocatori siano arrivati allo Ship Inn già abbastanza carichi di alcool, visto che avevano trascorso il pomeriggio “a fare il pieno di birra, tequila e vodka all’Hurlingham pub di Fulham”, come racconta sempre il testimone. Altro dato certo è che né Ferdinand né Caulker sano stati visti allenarsi ieri col QPR. E mentre il club rilasciava un comunicato per confermare che Caulker “è stato medicato in ospedale per un taglio in testa ma dimesso la sera stessa di domenica” e smentire che il giocatore fosse stato coinvolto nella rissa, il proprietario dei Rangers, Tony Fernandes, cercava di sdrammatizzare su Twitter quanto accaduto, cinguettando che Caulker "è semplicemente scivolato, battendo la testa".

venerdì 5 dicembre 2014

Spezzatino da infarto

Chi di voi mi legge spesso sa che odio i tifosi che protestano quando il calcio diventa schiavo delle televisioni, perché sono proprio quelle televisioni a permettere al calcio di sopravvivere e a quei tifosi di poter sognare acquisti di grande livello e successi sportivi. Personalmente ritengo che se non si vuole che il giocattolo si rompa, bisogna pur scendere a compromessi, ma questa volta sono uno dei primi a storcere il naso perché il prossimo turno di campionato, il quattordicesimo, rischia di entrare nella storia perché solo 3 partite saranno disputate in contemporanea domenica alle 15. Le dieci gare saranno infatti smistate tra venerdì e lunedì sera.


Gli appassionati di calcio sanno che la dilazione delle partite viene definita in gergo spezzatino, ma così tanti pezzettini di carne non si erano mai visti prima; Serie A da record negativo con l'incredibile spezzettamento delle dieci partite in otto orari diversi e quattro giorni. Finora il massimo era stato quattro giorni di gare e sette orari diversi, stavolta l'asticella si alza ancora un po'.
Si parte venerdì alle 20.45 dal Franchi di Firenze col primo anticipo, Fiorentina-Juventus, si chiude lunedì sera alle 22.30 (recuperi esclusi) col triplice fischio di Verona-Sampdoria al Bentegodi. Nel mezzo la maxi-suddivisione delle restanti partite. Sabato altri due anticipi con la Roma che ospita il Sassuolo alle 18 e il Torino che gioca in casa col Palermo alle 20.45. Domenica il tanto vituperato lunch match alle 12.30 al San Paolo tra Napoli ed Empoli. Alle 15 tre sfide: Atalanta-Cesena, Genoa-Milan e Parma-Lazio. Alle 20.45 Inter-Udinese, e già qui memorizzare orari e seguire tutte le partite sarà un'impresa da guinness, ma non è tutto. Lunedì addirittura due orari diversi, prima di chiudere al Bentegodi, c'è ancora spazio per un'altra gara, il primo dei due posticipi a Cagliari tra rossoblù e Chievo si giocherà alle 19. Otto orari diversi in quattro giorni, e sempre più tifosi rimpiangono il vecchio orario unico, ma non io, almeno non con convinzione; per un malato di calcio le partite non sono mai troppe, ma per un malato di fantacalcio, mandare la formazione il venerdì ipotizzando gli schieramenti del lunedì sera è quasi impossibile, senza tralasciare il fatto che per avere il risultato della partita si dovranno aspettare ben 4 giorni, che per chi è ansioso come me, significa un sensibile innalzamento della pressione con il rischio che lo spezzatino possa non solo risultare indigesto ma causare un infarto.

mercoledì 3 dicembre 2014

I deficienti del calcio

Non vi allarmate, non sto insultando nessuno, sto solo facendo una constatazione e se avrete la voglia di arrivare in fondo al post lo capirete.
Sanzione "esemplare" per i tifosi dell'Atalanta: per la prima volta dall'introduzione del decreto legge sulla violenza negli stadi, il ministro dell'Interno ha firmato il provvedimento che vieta le trasferte ai tifosi per tre mesi. 
E' quindi stata vietata, in occasione delle partite casalinghe dell'Atalanta, la vendita dei biglietti, per tutti i settori dello stadio, a chi non possiede la tessera del tifoso, ed è stata inoltre disposta la sospensione, per la Curva Nord, di biglietti e abbonamenti precedentemente rilasciati ai non possessori della tessera.
A sentire le proteste di chi è solo e semplicemente tifoso si potrebbe pensare per un momento che il divieto di trasferta di tre mesi e di accedere al Comunale senza la "tessera", sia una ingiusta penalizzazione per l'Atalanta e per Bergamo, e che a pagare i gesti violenti di un gruppo di tifosi sia in fondo chi con la violenza non c'entra nulla.
Ma se ci fermiamo un attimo a ragionare su questa decisione, non possiamo non ammettere una verità purtroppo impossibile oggi da nascondere: è ora di uscire tutti allo scoperto e non fornire più alibi a chi riesce a tenere in scacco intere città, seminando panico, e negando a una parte di popolazione la possibilità di vivere una giornata di festa come si deve.
E' giusto che per l'idiozia di pochi paghino tutti? Se i "tutti" in questione, per quieto vivere o vigliaccheria, non alzano la voce e non muovono un dito per cambiare le cose, sì, paghino, perché a questo punto possono essere considerati complici. Io complice non voglio esserlo e quindi mi espongo.


Quello che più mi sconvolge nella vicenda è il comunicato ufficiale diramato dalla “CURVA NORD 1907 ATALANTA” in merito alla decisione presa dalle autorità e in particolare sono due i punti che trovo agghiaccianti: il primo riguarda i tifosi arrestati che, a leggere le dichiarazioni, "non sono tra i responsabili degli scontri perché erano da tutt'altra parte". Ecco onestamente con tutta la buona volontà non riesco a credere che la polizia abbia arrestato delle persone a caso, estranee ai fatti, e il sostenerlo ritengo sia solo l'ennesima presa in giro di gente che non è in grado di far funzionare il cervello. Certo degli errori possono essere stati commessi e, se così fosse, sarò felice di scusarmi ed ammettere di aver sbagliato, ma l'esperienza insegna che per gli ultras sono tutti innocenti tranne le istituzioni.
Il secondo punto riguarda il passaggio del comunicato nel quale la curva scrive: "tutti sanno che da anni condanniamo, senza eccezioni, l’utilizzo di bombe carta in ogni circostanza (lo provano vari articoli sul giornalino e volantini). A maggior ragione se, come ipotizzato dai giornali, qualcuno le ha modificate con chiodi e bulloni." E' questo il punto dove lor signori dimostrano di non aver capito il problema. Come fai dopo episodi del genere a condannare l'utilizzo delle bombe carta senza accennare alle altre armi utilizzate e, cosa ancor più importante, come puoi non condannare la violenza in generale? 
Purtroppo la risposta la conosco benissimo perché quello degli ultras è un mondo assurdo e lo dimostrano le dichiarazioni di uno dei capi del tifo atalantino: "Lo scontro è la nostra droga. Tutti gli ultrà cercano lo scontro. È una cosa che hai dentro, che ti sale su mano a mano che si avvicina la partita. Quando devi farti rispettare in una città che non è la tua. Oppure quando arrivano gli avversari in trasferta, che alle dieci sei già lì, sul piazzale dello stadio. È la difesa del tuo territorio. La voglia di picchiarsi col nemico. Fargli capire che qui comandi tu."
Credo sia inutile commentare, e non mi si dica che non capisco, perché quelli che non capiscono sono loro, i deficienti del calcio, nel senso latino del termine e cioè che sono mancanti. Cosa manchi loro, lascio a voi deciderlo.



lunedì 1 dicembre 2014

Integrità o denaro?

Gli affari prima di tutto. E poco importa se, per compiacere uno sponsor, bisogna modificare il proprio storico stemma rinunciando a un simbolo religioso. Ai banchieri musulmani non piace la croce, troppo cristiana? Non c'è problema, si toglie. Il Real Madrid ha accettato di rimuovere la croce raffigurata nel simbolo della squadra da una carta di credito di una banca di Abu Dhabi, fra gli sponsor del club spagnolo, per non urtare la sensibilità dei musulmani.


Ne hanno dato notizia i quotidiani sportivi "As" e "Marca", ricordando che la piccola croce sta nel simbolo del Real da quando il club è stato fondato nel 1902. Tuttavia, a quanto pare al Real non vogliono che sia un ostacolo alla strategia di marketing nei paesi musulmani, dove la croce è spesso associata alle Crociate cristiane del periodo medievale.
«Sembra che il club - attacca il Marca - sia disposto a scendere a compromessi su aspetti della sua identità, alla ricerca di nuovi fan e mercati». Il presidente della squadra spagnola, Florentino Perez, lo scorso settembre alla firma del contratto triennale con la Banca nazionale di Abu Dhabi aveva definito l'accordo un'«alleanza strategica con una delle più prestigiose istituzioni al mondo».
«So che la gente vive tutte le nostre partite in un modo speciale e che i nostri legami con gli Emirati Arabi Uniti sono in costante crescita - ha concluso Perez - Questo accordo aiuterà il club a conquistare i cuori dei nostri tifosi negli Emirati Arabi Uniti».
Non so voi, ma se la mia squadra del cuore cambiasse il suo stemma non la prenderei per niente bene; se poi scoprissi che la motivazione è meramente economica la delusione sarebbe doppia. Devo però sottolineare che non sono uno di quei tifosi che in periodo di mercato protesta contro il suo presidente perché non spende soldi per migliorare la rosa e quindi ritengo di avere il diritto di ribellarmi quando lo stemma del mio club, il mio stemma viene modificato per questioni economiche. A quelli che invece pretendono acquisti di campioni ogni cinque mesi mi sento di dire che i soldi non crescono sugli alberi e che devono scegliere tra integrità e denaro perché nel nostro mondo le due cose difficilmente vanno a braccetto.
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