mercoledì 28 gennaio 2015

Chiuso Per Tifo

Credevo nella mia vita di averle viste tutte, ma la stupidità riesce sempre a sorprendermi, ovviamente in negativo. “28 gennaio, aperitivo da Gianni”. Un messaggio cifrato - ma poi neanche tanto - affidato a uno striscione appeso in curva dagli ultras della Juventus durante la gara col Chievo e diretto ai tifosi del Parma. Gianni è un bar storico nei pressi del Tardini e l’aperitivo non è altro che l’occasione per scontrarsi prima della sfida di Coppa Italia tra gialloblù e bianconeri. Tra le due tifoserie non corre buon sangue, si sa. Proprio il bar fu teatro degli incidenti del 2013, quando un gruppo di ultras juventini devastarono l’esercizio e ferirono un parmigiano.


Il messaggio ha convinto il proprietario del bar Gianni a prendere provvedimenti. Domani terrà abbassata la serranda, chiuso per tifo. “Non vogliamo che si ripetano episodi spiacevoli - ha spiegato Stefano Schianchi, titolare del locale - La citazione allo stadio di Torino? Ci siamo rimasti di stucco e ci ha fatto convincere ancora di più che è meglio chiudere per non avere problemi”. E ancora una volta, la società civile è ostaggio e si piega ai violenti.

lunedì 26 gennaio 2015

Tifo Macabro

Una coreografia macabra e di cattivissimo gusto; accoglienza shock a Liegi nel match contro l'Anderlecht. Così i tifosi dello Standard Liegi hanno accolto l'ex beniamino Steven Defour, centrocampista che adesso gioca nei rivali dell'Anderlecht. Il mega-striscione esposto in curva (lungo tutto il settore) ritraeva Jason, il protagonista del film horror "Venerdì 13", che decapita l'ex giocatore dello Standard, con la scritta "Rosso o morto". Un episodio che diventa ancora più vergognoso di questi tempi in cui la decapitazione viene associata agli atti terroristici dell'Isis.


Ma il primo "classico" di Defour da ex rosso diventa un incubo anche in campo, e stavolta è il giocatore a metterci del suo: al 53' (sullo 0-0), con un avversario a terra per infortunio, il centrocampista dell'Anderlecht decide di mettere la palla fuori calciandola in maniera violentissima verso la tribuna dei suoi ex tifosi. L'arbitro estrae immediatamente il cartellino rosso ed espelle Defour, che abbandona il campo applaudendo i fan avversari.
Defour tornava oggi per la prima volta allo stadio Maurice Dufrasne, dopo avervi giocato con la maglia dello Standard dal 2006 al 2011. 
Ovviamente trovo eccessiva e ai limiti del lecito la coreografia dello Standard, ma trovo ancora più grave il gesto di "violenza" del giocatore nei confronti dei supporter avversari.
Forse è solo una coincidenza, ma proprio ieri si "festeggiava" l'anniversario di un brutto gesto da parte di un calciatore nei confronti dei tifosi; sto parlando del calcione da arti marziali di Eric Cantona a un tifoso del Crystal Palace. E' il 25 gennaio del 1995, venti anni fa. Il francese del Manchester United viene espulso per un brutto fallo ai danni di Richard Show: l'atmosfera nello stadio londinese di Selhurst Park è elettrica. Cantona si incammina verso gli spogliatoi, ma all'improvviso scatta di lato e con un calcio in salto colpisce un uomo dietro le transenne che lo ha insultato. Ne nasce un parapiglia, poi Eric viene portato fuori dai compagni di squadra. Sarà squalificato dalla Federcalcio inglese per 9 mesi e condannato in appello dalla giustizia ordinaria a 120 ore di servizi sociali. Il tifoso, Matthew Simmons, sarà condannato a sette giorni di prigione (ne sconterà soltanto uno).
Per chi avesse dimenticato l'episodio o sia troppo giovane per ricordarselo...ecco il filmato.


venerdì 23 gennaio 2015

Il Diavolo resta a piedi

Qualche giorno fa è uscita la notizia che il Milan avrebbe venduto il pullman della squadra per una cifra intorno ai 150 mila euro scatenando l'ironia della rete. Subito su Twitter sono apparse battute condite da hashtag e fotomontaggi; la notizia ha fatto il giro del web, in una situazione societaria già delicata, contribuendo ad alimentare i sospetti che l'austerity avesse investito persino il reparto a quattro ruote della società oppure che il club avesse preso la decisione punitiva di far viaggiare a piedi i giocatori. Secondo i ben informati il pullman rossonero sarebbe stato venduto a un'azienda privata del settore dei trasporti, che metterà a disposizione gli autisti. Sulla fiancata del pullman rimarrà invece il marchio della società.
Dopo le ironie dilagate sul web, emergono dettagli che aiutano a fare chiarezza e a sgonfiare il caso scoppiato intorno alla vicenda; il giorno dopo l'uscita dell'articolo di Repubblica arriva un po' più di chiarezza sulla vicenda grazie alle colonne di Milano Finanza. Secondo il quotidiano finanziario, non si è trattato di vendita, bensì di subentro al leasing acceso per il mezzo da parte di un'altra società di trasporti, che userà il pullman per le proprie attività.


La dirigenza rossonera ha trovato una società che subentra al leasing acceso per il mezzo. Tradotto, il pullman verrà ceduto ad una società esterna che finirà di pagarlo e in futuro lo impiegherà per nuovi lidi e orizzonti (dopo averlo sbrandizzato). Ma neanche un euro liquido è entrato nelle casse rossonere.
Il Milan ha in tal modo optato per l'esternalizzazione della logistica dei trasporti, affidandola dopo regolare gara d'appalto alla Castano/Frigerio Viaggi che metterà a disposizione un nuovo pullman più grande (da due assi a tre, come quello bianconero), con a bordo tutti i comfort e tutti i loghi del caso sulla fiancata.. Un sistema già adottato da Juventus e Inter, e che dalla prossima stagione consentirà al Milan di risparmiare circa 150 mila € l'anno a fronte di un servizio di qualità superiore.
Nessun pericolo nemmeno per lo storico autista del Milan, Domenico Gelsomino, il cui contratto di lavoro è stato rilevato dalla stessa azienda esterna per le identiche mansioni. Insomma, molto rumore per nulla.


mercoledì 21 gennaio 2015

La coerenza non esiste

Il campionato di Serie A 2015-2016 potrebbe iniziare a Ferragosto. E’ questa una delle proposte allo studio in Lega calcio per accorciare il calendario nella sua parte finale e permettere ad Antonio Conte di avere i giocatori per la nazionale in tempo utile per Euro 2016, che si giocherà in Francia al termine della prossima stagione.
Ricorderete che qualche tempo fa erano circolate voci riguardanti addirittura un possibile addio di Conte alla panchina della nazionale, anche a causa del calendario della prossima stagione che, stando alle date attuali, sarebbe terminato soltanto due settimane prima dell’Europeo. Uno dei pallini di Conte sin dall'inizio della sua avventura in azzurro è sempre stato quello di voler gestire la nazionale come un piccolo club, cercando di vedere ed allenare i giocatori il più spesso possibile, per fargli digerire schemi e mentalità. 


Adesso, per venire incontro alle esigenze, giuste, dell’allenatore azzurro, il calendario della Serie A 2015-2016 potrebbe partire a Ferragosto. Anticipando la data dell’inizio del campionato, la Serie A si chiuderebbe con una settimana di anticipo e si eviterebbe un incontro infrasettimanale, così che Conte possa avere tempo a sufficienza per la preparazione degli azzurri ad Euro 2016.
La proposta è stata svelata su Twitter dal giornalista della Gazzetta dello Sport Marco Iaria, uno dei più affidabili quando si tratta di economia, regole e burocrazia nel mondo del pallone. Secondo il giornalista della rosea sarebbero già molte le squadre favorevoli ad un inizio di campionato sotto l’ombrellone, compresa la Juventus. Chissà che dopo l’ostruzionismo dei bianconeri e di Allegri sugli stage nel mese di Febbraio, Antonio Conte non abbia trovato nel suo vecchio club un alleato prezioso per iniziare il prossimo campionato a Ferragosto e terminarlo in tempo utile per l’avventura ad Euro 2016.
Le riflessioni che mi vengono in mente sono due: la prima riguarda vantaggi e svantaggi di giocare il 15 di agosto. Per i giocatori significherebbe meno vacanza - per quelli che disputeranno la Coppa America ancora meno - oltre a dover giocare con temperature veramente proibitive; per i tifosi sarebbe una partita in meno da vedere perché chi è in vacanza difficilmente potrà andare allo stadio o anche semplicemente guardare sky, anche se con le nuove tecnologie questo problema sarebbe in parte risolto.
La seconda riflessione riguarda il commissario tecnico: tra i metodi scelti da Conte per agevolare l'assimilazione degli schemi, ci sono anche i famosi stage di cui l’ex tecnico della Juve ha parlato con tutti gli allenatori di Serie A prima della fine del 2014 ed a cui però lo stesso Conte era tanto contrario quando sedeva sulla panchina bianconera. Come sempre nel nostro paese la coerenza non esiste.

lunedì 19 gennaio 2015

Batman, il coccodrillo e le 400 modelle russe

Nelle ultime settimane ci sono stati tre episodi che hanno attirato la mia attenzione, ma nessuno meritava un intero post, per cui, come spesso mi capita, quando ne trovo un certo numero, li unisco cercando di trovare un filo conduttore. In questo caso il filo conduttore non è semplice, ma sono sicuro che mentre scrivo mi verrà in mente. Il primo episodio riguarda Benzema: l'attaccante del Real Madrid si è lanciato con il paracadute durante il ritiro degli spagnoli a Dubai, le foto dell'"acrobazia" hanno fatto il giro del web e la società lo ha multarlo. Il francese si è lanciato in coppia con un istruttore da 4.300 metri: troppo per il club di Madrid, che non ammette attività simili nel proprio regolamento interno perché considerate ad alto rischio. Il centravanti francese, che al Real guadagna 7 milioni di euro, non è nuovo a certe bravate: nel 2011 si era reso protagonista in una gara ad altissima velocità a Ibiza, mentre due anni fa gli avevano ritirato la patente -con 18 mila euro di multa- perché andava a 216 km/h. Adesso, di multa ne rischia un'altra, e non sarebbe la prima volta in casa Real per episodi del genere: a Iker Casillas era toccato per aver guidato una Vespa in compagnia della fidanzata Sara Carbonero, mentre il centrocampista Illarramendi era stato punito dopo aver incitato un toro, travestito da Batman a Carnevale.
Il secondo episodio riguarda invece una squadra intera: il Duisburg. Il club tedesco, in ritiro in Turchia, toglie il disturbo dall'hotel per la presenza contemporanea di 400 modelle partecipanti a un concorso di bellezza. Episodio questo davvero curioso; nel primo giorno di ritiro ad Antalya, giocatori e staff hanno scoperto che nello stesso albergo si trovavano oltre 400 modelle russe; lo stupore e la gioia dei calciatori svanisce però ben presto perché i dirigenti del Duisburg decidono di disdire la prenotazione e recarsi in un altro hotel dove poter proseguire la preparazione senza particolari "distrazioni".



Infine vi voglio parlare di Robben, morso da un coccodrillo. L'incredibile incidente aveva fatto velocemente il giro del mondo: Arjen Robben è stato morso alla mano sinistra da un coccodrillo mentre recuperava un pallone caduto in un lago vicino al campo di allenamento. Nulla di vero, come ammesso dallo stesso attaccante. "Ho prego in giro tutti, è stato uno scherzo". Secondo la Bild, la fasciatura si sarebbe resa necessaria dopo che il giocatore ha sbattuto contro lo spigolo di un ostacolo.
Tre storie curiose che hanno attirato la mia attenzione, ma il filo conduttore proprio non c'è; se lo trovate fatemelo sapere, grazie.

lunedì 12 gennaio 2015

Il selfie di Totti e i maiali col microfono

Nella giornata in cui si sono incrociate le prime quattro in classifica e che ha decretato la Juventus, ancora una volta, campione di inverno con tre punti di vantaggio sulla seconda, la scena la prende però tutta un singolo giocatore: Totti, l'ultimo fuoriclasse del nostro campionato. Doppietta contro la Lazio e nuovo record: 11 gol nel derby, alla presenza numero 40.
Un selfie in campo non si era mai visto, come non si erano mai visti 11 gol nel derby di Roma: Dino Da Costa ci era arrivato facendone però due in Coppa Italia, giusto per le statistiche. Per impadronirsi del record solitario al Capitano per antonomasia era bastato il piattone sottomisura al 2' della ripresa, su cross di Strootman, ma la Lazio era ancora avanti. La celebrazione è arrivato col secondo centro, quello del pareggio, in acrobazia, che ha fissato il 2-2. Corsa sotto la curva, festeggiamento con i tifosi e corsa del preparatore dei portieri, Guido Nanni, che gli ha passato l'iphone, qualche secondo a smanettare, poi la foto, con la Curva Sud sullo sfondo. Tutto preparato "da una settimana", il telefono era quello del numero 10, ma sarebbe stato utilizzato solo in caso di doppietta. Un'esultanza talmente bella e inedita che l'arbitro, Orsato, non ha avuto neanche il cuore di ammonirlo per perdita di tempo. Il Pupone a fine partita ha dichiarato: "non sono abituato a fare selfie, ma questa era un'occasione speciale". 


Nota a margine, la polemica del vice di Totti, Daniele De Rossi che si è così espresso su una presunta polemica tra lui e il numero 10: "stare accanto a Francesco per un'intera carriera, a quello che verrà ricordato come il giocatore più grande della storia, non è normale. In questa città un po' strana qualcuno ha provato a raccontare la storia di me e di lui contro, per dare forza alle sue tesi...ma sono maiali col microfono e restano maiali col microfono".

martedì 6 gennaio 2015

Ti Amo Campionato

"Ti amo campionato", cantava Elio nel 1998, ed oggi più che mai mi è tornata in mente la sua canzone e faccio mie le sue parole. Dopo più di due settimane di sosta è finalmente ricominciata la seria A, nella maniera migliore possibile, sia per uno sportivo sia per uno che scrive di calcio: belle partite, tanti gol e tante espulsioni, il derby d'Italia, ma soprattutto tante polemiche. In particolare questo giorno dell'Epifania passerà alla storia per il gol fantasma di Astori. Permettetemi una digressione: non ho mai capito per quale motivo in caso di un gol dubbio si usi l'espressione "gol fantasma". I fantasmi per me non esistono e quindi un gol fantasma è un gol che non esiste, ma per quelli che credono ai fantasmi è vero il contrario; aggiungo che in entrambi i casi l'espressione indica una certezza mentre nella quasi totalità dei casi il problema sta proprio nella mancanza di certezze e nella persistenza del dubbio. Per questo motivo preferisco usare, per descrivere questi episodi, la locuzione di "gol - non gol", meno bella, forse meno d'effetto, ma più corretta.


Torniamo però ad Astori che oggi, durante il primo tempo della partita tra Udinese e Roma ha colpito il pallone in area di testa mandandolo sulla traversa; dopo essere rimbalzata sul "palo orizzontale" la palla ha toccato terra prima di essere presa dal portiere friulano. Il dubbio è: la sfera ha toccato terra dentro la porta o sulla linea? In questo il regolamento è chiaro e cioè il pallone deve aver superato completamente la linea e quindi non basta che la parte inferiore della sfera sia dentro la porta ma anche la proiezione del suo " lato esterno" deve averlo fatto. 
Dopo questa noiosa precisazione l'unica cosa che si può affermare con assoluta certezza e che non possiamo avere la certezza che la palla abbia superato completamente la linea di porta; questo ovviamente perché nel nostro campionato non c'è ancora la tecnologia che toglie il direttore di gara dall'imbarazzo di dover prendere una decisione senza esserne sicuro, come accade ad esempio nel campionato inglese (Fantascienza o realtà?).
Potremmo discutere ore senza arrivare ad una soluzione ma il punto che vorrei affrontare in queste righe è quello della figura del "giudice di linea" che, da regolamento, ha non più di cinque compiti, uno dei quali è ovviamente assicurarsi che la palla oltrepassi completamente la linea di porta. Ieri è accaduto che Maresca, giudice di porta, messo lì per giudicare, abbia giudicato che il pallone non fosse completamente entrato ma, Guida, arbitro in prima abbia contraddetto il suo collaboratore assegnando il gol alla Roma. Due domande mi sorgono spontanee: se al posto dell'esordiente Maresca ci fosse stato un arbitro più esperto, Guida gli avrebbe dato ascolto? E ancora: per quale motivo esistono i giudici di linea se poi la decisione viene presa dall'arbitro? Lo stupore aumenta se penso che il nostro è probabilmente l'unico campionato che prevede la presenza di questi giudici.
Per questo e per tanti altri motivi ritengo che il nostro sia il campionato più bello del mondo, perciò canto a squarciagola come Elio, ricordando che il testo recita "Ti amo campionato, perché non sei falsato...", lasciando voi decidere se si tratti o meno di sarcasmo.


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