giovedì 1 giugno 2017

IL DNA DEL CALCIO

Il calcio, soprattutto nel nostro paese, riesce a coinvolgere le persone più disparate, accomunandole in una passione; è un argomento del quale un edicolante può parlare con un professore universitario “da pari a pari”. Siamo tutti esperti e, soprattutto, quando si parla di calcio, abbiamo tutti ragione e abbiamo tutti torto. Uno di noi, Giovanni, è un grande appassionato di calcio in tutte le sue forme, fino all'incredibile; segue il calciomercato con lo stesso interesse con cui un astronauta seguì lo sbarco sulla luna; ha giocato a calcio a livelli amatoriali, e ha persino allenato; ha sperimentato qualunque genere di gioco correlato al calcio, dal fantacalcio ai vari videogiochi, anche quelli di tipo manageriale, fino al subbuteo. Da almeno dieci anni non perde un numero del giornale calcistico per antonomasia, “la rosea”, e spesso legge anche altre testate; qualcuno, forse senza fallo, sempre per restare in tema calcistico, potrebbe definirlo “malato”. L’altro, Edoardo, dal canto suo, non è certo appassionato come Giovanni, ma non se l’è sentita di rifiutare la proposta o meglio la sfida posta da una semplice domanda: “E’ vero che la palla è rotonda?”

Si può affermare che fuori dal campo, cioè quando si tratta di calcio parlato e non di calcio giocato, la palla sia assolutamente rotonda. Tutti o quasi almeno una volta nella vita parlando di calcio, hanno discusso o addirittura litigato, perché uno degli aspetti che rendono il calcio uno sport così popolare è che ognuno può dire la sua, perché alla fine non esiste una verità o meglio non esiste la Verità. Si sente dire spesso "siamo tutti allenatori"; in realtà siamo tutti allenatori, ma siamo anche tutti giocatori, siamo tutti preparatori atletici, siamo tutti presidenti, siamo tutti giornalisti, siamo tutti commentatori. Il bello è proprio questo.

Ma cosa rende una partita di calcio bella o brutta? Qual è stata la partita più bella della storia di questo sport? E per quale motivo quella partita è stata la più bella? Queste sono le tipiche domande che non hanno una risposta univoca e che ci fanno capire come parlando di calcio sia vero tutto e il contrario di tutto.


Noi siamo voluti partire da una situazione davvero irreale: “Buonasera e benvenuti, cari amici telespettatori, in questa domenica 30 febbraio; chi vi parla è Edoardo Caressa in collegamento dallo stadio Ideale di Equalopoli per la sfida tra una squadra con se stessa. Il match si preannuncia molto equilibrato, gli azzurri attaccheranno da destra verso sinistra del teleschermo mentre i verdi da sinistra verso destra. La temperatura è perfetta, il pallone è assolutamente sferico e il campo è in perfette condizioni. Fischio d’inizio dell’arbitro Francesco Imparziale e subito il numero 10 azzurro Tale fronteggia il numero 10 verde Quale, ma nulla di fatto, ogni mossa di Tale sembra essere capita in anticipo da Quale…”

Cosa succederebbe in questa ipotetica quanto surreale partita? Quale sarebbe il risultato finale? Sarebbe una partita memorabile oppure noiosa? Chiariamo subito che già noi, pur essendo solo in due, non concordiamo: per uno di noi infatti la partita sarebbe il più noioso dei pareggi, mentre per l’altro verrebbe fuori un match avvincente ed emozionante. Non vi sveleremo certo ora qual è il parere dello scienziato e quale quello dell’esperto di calcio; vi rimandiamo quindi alle conclusioni.

Tornando alla realtà, l'obiettivo di questo libro è quindi quello di cercare di analizzare quei fattori che appartengono al “grande circo del calcio” che possono avere un minimo fondamento scientifico e che rendono il risultato non completamente aleatorio.

Per semplificare, potremmo dire che verranno analizzati dal punto di vista materiale e dal punto di vista psicologico due grandi tipi di fattori: i fattori interni e i fattori esterni. Indubbiamente, come vedremo più avanti, alcuni di questi fattori sono trasversali, quasi si sovrappongono, ma è facile comprendere come tra i fattori interni si possano annoverare, per esempio, la tecnica, la tattica, la forma fisica, e come tra i fattori esterni si possano citare l'arbitro, il cosiddetto fattore campo, e gli aspetti climatico-ambientali.

I fattori interni sono probabilmente i più facili da analizzare, in quanto riguardano quasi totalmente leggi fisiche e biologiche. I fattori esterni d'altro canto, sono forse quelli più interessanti e meno conosciuti, perché riguardando in gran parte la psicologia. In una partita di calcio quanto incidono gli uni e quanto gli altri? Probabilmente come dicevano i latini “in medio stat virtus” e quindi, per citare il presidente della Lazio Claudio Lotito che ha dimostrato negli anni di essere un appassionato di latino “I risultati sono determinati al 50% da fattori imponderabili, l'altro 50% dipende dalla coesione, dalla disposizione tattica, ma soprattutto dalla tensione agonistica”.
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