lunedì 30 giugno 2014

TIME-OUT: il primo della storia del calcio!

Alla fine è arrivato il primo time-out della storia del calcio. Ieri, al trentaduesimo minuto dell'ottavo di finale tra Olanda e Messico, giocato allo stadio Castelao di Fortaleza alle 13 locali, l'arbitro portoghese Pedro Proenca ha fermato il gioco con il tipico gesto a "T" con le mani, per permettere agli atleti di reidratarsi e riposarsi per tre minuti. Proprio il giorno precedente in conferenza stampa, il tecnico olandese Van Gaal aveva dichiarato: "l'umidità è talmente alta che condizionerà la partita"; gli oranje avevano già giocato due partite allo stesso orario ma in zone diverse con condizioni climatiche maggiormente accettabili. Visti i 32 gradi di temperatura e la percentuale di umidità superiore all'85% il direttore di gara, uno dei migliori al mondo, ha preso una giusta decisione per salvaguardare la salute dei giocatori. Ovviamente anche nel secondo tempo, e precisamente al settantaseiesimo minuto, sono stati concessi altri tre minuti di riposo. Il cronometro durante il time-out non viene fermato ma viene aggiunto nel recupero.


Forse è un caso, ma proprio il giorno dopo le dichiarazioni del presidente della FIFA Joseph Blatter, che ha aperto all'adozione della moviola in campo, ecco che assistiamo al primo time-out, annunciato ma mai messo in pratica. Molti vedono tutto ciò come una mossa politica del numero uno della FIFA per attirare consensi in vista delle future elezioni nelle quali dovrà sfidare il presidente della UEFA Platini, ma a mio avviso il movimento calcistico può solo guadagnare da questa situazione; la goal technology, la bomboletta degli arbitri per le punizioni e lo stesso time-out aiuteranno il calcio ad essere migliore, o quantomeno più moderno.
Permettetemi qui una piccola considerazione: le televisioni non possono essere che contente del time-out, in quanto, durante i tre minuti, possono mandare in onda la pubblicità. Se per la RAI le pubblicità o "mini spot" durante la partita sono all'ordine del giorno, per Sky, mandare in onda il "super spot" durante i time-out oltre che durante l'intervallo, è una novità sicuramente gradita dagli sponsor.
Per la cronaca la partita è finita 2-1, con il Messico in vantaggio fino all'ottantatreesimo minuto, quando Snaijder pareggia; arriva nel recupero il rigore, procurato da Robben e realizzato da Huntelaar, che qualifica gli oranje per i quarti di finale, riabilitando in qualche modo la nomea del vecchio continente.

sabato 28 giugno 2014

Diamo i numeri: terzo turno

Si è concluso il terzo turno del Mondiale brasiliano e, dopo le ultime 16 partite, i verdetti sono definitivi; spicca l'esclusione delle prime tre classificate dell'ultimo Europeo, Spagna Italia e Portogallo così come è evidente il dominio delle sudamericane, facilitate dal clima. In tema di numeri: in 16 partite due pareggi, entrambi a reti inviolate. Su 42 gol - 3 in meno del turno precedente e 7 in meno primo turno - una sola autorete e due rigori assegnati e realizzati che portano i rigori totali a 9 senza mai un errore dal dischetto. In testa alla classifica cannonieri troviamo un terzetto a 4 reti: il tedesco Muller, l'argentino Messi e il brasiliano Neymar autore della sua seconda doppietta. Per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari, i cartellini gialli sono stati ben 43 - 5 in più del turno precedente - con una media di 2,68 a partita e quelli rossi 4. Non abbiamo ancora assistito ai time out, nonostante un giudice avesse imposto che non fosse più un responsabile della FIFA a decidere ma la temperatura oggettiva percepita dai giocatori.


Dal punto di vista tecnico non è un gran mondiale con diverse squadre chiuse e altre contratte; molte europee hanno deluso e delle favorite solo poche hanno passato il turno; non rischio di dire una castroneria pronosticando una finale Brasile Argentina.
La curiosità è che oltre alla nostra Nazionale anche i due commissari tecnici italiani che allenano squadra straniere, Zaccheroni e Capello, sono stati eliminati; in Brasile l'unico italiano rimasto è l'arbitro Rizzoli con i suoi assistenti.
Per gli ottavi si comincia oggi con Brasile Cile e Colombia Uruguay, domani si giocheranno Olanda Messico e Costa Rica Grecia, lunedì sarà la volta di Francia Nigeria e Germania Algeria e per finire martedì si sfideranno Argentina Svizzera e Belgio Stati Uniti.
Nel complesso, se avevo dato sufficienze striminzite ai primi due turni, questo terzo è rimasto in media con solo un paio di partite che valevano il prezzo del biglietto. Ora con le partite ad eliminazione diretta dovrebbero cambiare molte cose, spero in meglio.
Buon proseguimento di Mondiale...

venerdì 27 giugno 2014

Chiello e il Cannibale

Nel mio recente post (Giusto così), nel quale ho parlato dell'eliminazione dell'Italia dai mondiali di Brasile 2014, sono stato molto duro nel non concedere alla nostra Nazionale nessun tipo di alibi, in particolare quello dell'arbitro; ho anche scritto che a mio avviso nell'episodio tra Suarez e Chiellini, dalla visuale del guardalinee, si percepiva solo una lieve testata. Un discorso però è non concedere scusanti alla squadra, un altro è far finta che non sia successo niente; i replay hanno infatti mostrato come, nell'azione in questione, l'attaccante uruguaiano dia un morso alla spalla del nostro difensore che cerca anche di mostrare i segni all'arbitro perché prenda provvedimenti, ma senza avere successo. Per fortuna è intervenuta la prova tv, ed è di poche ore fa la notizia della decisione, da parte della federazione mondiale, di squalificare Luis Suarez per nove partite internazionali e per quattro mesi da qualunque attività connessa con il calcio, comprese quindi le gare di Premier League; al giocatore è stato inoltre inflitta una multa pari a poco più di 100.000 euro.


"Simili comportamenti non possono essere tollerati, specialmente durante i mondiali", ha affermato la portavoce della Fifa, ma la cosa assurda è che Suarez non è nuovo a fatti del genere. Già nel 2010 infatti, quando militava nell'Ajax, l'attaccante si era fatto notare per un morso alla spalla di Otman Bakkal, scontando 7 giornate di squalifica e nel 2013, altre 10 giornate gli sono state inflitte in Inghilterra per il morso rifilato al difensore del Chelsea Branislav Ivanovic. A tutto questo si può anche aggiungere la squalifica del 2011 di 8 giornate per insulti razzisti al giocatore del Manchester United, Evra; in quattro anni l'attaccante uruguaiano, solo per i morsi, ha collezionato 35 giornate di squalifica.


Si era anche detto che Suarez era andato in cura da uno psicologo che lo aveva aiutato a contenere la rabbia, ma come previsto dallo psicologo dello sport Thomas Fawcett, che aveva affermato che mordere è un impulso spontaneo non pianificato, il "cannibale" è tornato a colpire per la gioia di 167 scommettitori che convinti della recidività dell'uruguaiano hanno piazzato la giocata nonostante fosse data 175 a 1. 
La sanzione della FIFA avrà ovviamente effetto immediato, e quindi il bomber della Celeste può dire addio al suo mondiale in tutti i sensi visto che gli è stato ritirato qualunque tipo di accredito e non può quindi neanche rimanere in ritiro; con la propria squadra di club, che presumibilmente resterà il Liverpool, dovrà saltare nove partite di campionato, 3 di Champions e una di coppa di lega. La portata della squalifica è un record assoluto per un mondiale ma, anche se la Federcalcio uruguaiana ha presentato ricorso ritenendo eccessiva la sanzione, a mio avviso la punizione non è così esemplare come avrebbe dovuto in quanto, dei 4 mesi di squalifica, almeno la metà sono compresi in un periodo nel quale non si disputano partite ufficiali.
La nota positiva viene dalla reazione degli sponsor: Adidas è solo una delle multinazionali che hanno deciso di interrompere i propri rapporti con il giocatore, anche se credo che questo ostracismo durerà solo fino al termine della squalifica perché, come purtroppo ci insegna la storia, certe cose si dimenticano in fretta.

giovedì 26 giugno 2014

Ai Mondiali Sony batte Apple

Non esiste evento sportivo che non sia anche un'importante vetrina per giocatori, allenatori e addetti di ogni campo; non fanno eccezione il marketing e il merchandising. A pochi giorni dall'inizio del Mondiale di Brasile 2014, la Beats, società famosa per le sue cuffie, acquistata da Apple per la cifra record di 3,2 miliardi di dollari, aveva pubblicato uno spot che vedeva protagonisti grandi nomi del calcio internazionale con la stella verdeoro, Neymar, in testa. L'effetto pubblicitario che si ottiene quando un personaggio sportivo si mostra con un determinato prodotto è notevole, soprattutto se l'atleta gode di una certa fama; questo vale per scarpe, indumenti, bibite, ma sicuramente ha un effetto maggiore se si tratta di un prodotto utilizzato spontaneamente e non perché sponsorizzato. Sono molti infatti i calciatori che nel prepartita si concentrano ascoltando musica mediante l'uso di cuffie e sono numerosi quelli che le indossano con la "b" in bella vista.


La FIFA, il massimo organo del calcio mondiale, ha vietato l'utilizzo delle cuffie Beats sia prima della partita che durante gli incontri con la stampa e altre occasioni ufficiali che coinvolgono la federazione. Il motivo di tale provvedimento è un accordo preso prima dell'inizio del mondiale con uno degli sponsor del torneo, la Sony. Non è la prima volta che accade un episodio del genere: proprio in occasione delle ultime Olimpiadi invernali di Sochi 2014, Samsung, sponsor ufficiale della manifestazione, chiese ai partecipanti di coprire eventuali loghi Apple presenti sui dispositivi utilizzati. Con la stessa finalità di tutelare il proprio brand, la società sudcoreana regalò addirittura ad alcuni atleti il proprio dispositivo, a condizioni di non utilizzare dispositivi di un'altra marca.

mercoledì 25 giugno 2014

GIUSTO COSI'

E' giusto così. L'Italia ha meritato di non qualificarsi per gli ottavi di finale del mondiale brasiliano; è stato un fallimento su tutta la linea. Ha fallito l'allenatore, hanno fallito i giocatori e anche i tifosi non mi sono piaciuti. Prandelli, che premetto stimo molto come persona, si è rivelato debole, senza idee chiare, ma sopratutto senza le palle per portare avanti le proprie decisioni. Già ci sarebbe da discutere sulle convocazioni, ma ognuno di noi avrebbe portato i suoi 23, eppure dopo una prima partita vinta con un determinato modulo e determinati giocatori che hanno dimostrato di meritare la maglia azzurra, il ct ha inspiegabilmente deciso di stravolgere tutto nella seconda partita. E poi, sotto l'offensiva dell'opinione pubblica, si è sconfessato nella terza partita, passando alla difesa a 3, giocando con un centrocampo a 5 senza avere gli interpreti giusti e schierando 2 attaccanti che mai avevano giocato assieme e che nelle rispettive squadre sono abituate a giocare come unica punta. Anche volendo tralasciare le sostituzioni al limite del ricovero neurologico, il nostro commissario tecnico ha fallito e deve confermare le sue dimissioni. Hanno fallito i giocatori perché nessuno si è salvato dalla disfatta; troppo molli, troppo lenti, troppo leziosi, per nulla incisivi. Se poi fossero vere le notizie uscite sul comportamento di Cassano, Balotelli e altri durante il ritiro, il giudizio potrebbe solo peggiorare. Metto sul banco degli imputati anche i tifosi perché, sondando le opinioni sui social, ho trovato troppo poco patriottismo, giustificato con la presenza di troppi giocatori della Juventus. Da che mondo è mondo e quindi, da che il calcio è il calcio, i commissari tecnici della Nazionale hanno sempre scelto un sostanzioso "blocco" della squadra che esprimeva il miglior calcio in Italia e, volenti o nolenti, i bianconeri da tre anni dominano nella serie A e, anche se in campo internazionale hanno fallito, a mio avviso era giusto puntare su di loro.


E non venitemi a parlare di errori arbitrali o del nuovo Moreno, perché c'era un rigore su Cavani, l'espulsione di Marchisio, forse un po' severa, ci poteva stare perché l'intervento è scomposto e rischia di fare male all'avversario e il morso di Suarez si nota solo dopo diversi replay e, dalla visuale del guardalinee, sembra solo una testata, neanche troppo cattiva. Non fraintendetemi, anche io da tifoso sono deluso e durante la partita ero arrabbiato con l'arbitro ma poi, a mente lucida, occorre essere obiettivi.


Ora partiranno le solite critiche sulle società che non fanno giocare i giovani e comprano troppi stranieri, ma la verità è che il nostro è stato un fallimento strutturale e che non bisogna vergognarsi di ammettere che non avremmo meritato di passare il turno e che, se anche fossimo riusciti ad arrivare agli ottavi, non avremmo potuto che fare un'ulteriore brutta figura quindi, alla fine, è GIUSTO COSI'.

L'unica cosa ingiusta in questo day after è dover assistere ancora una volta impotenti alla morte di un tifoso; è infatti arrivata la notizia della morte di Ciro Esposito, vittima degli scontri della finale di Coppa Italia di cui mi sono già occupato in diversi post.

Cronaca di una partita surreale
Il calcio e la bambina

martedì 24 giugno 2014

Sky e il jingle maledetto

E' cominciato il terzo ed ultimo turno dei gironi eliminatori del Mondiale di Brasile 2014 e, come tradizione vuole, le due sfide dello stesso girone vanno giocate in assoluta contemporaneità. Chi ha Sky conosce molto bene il canale "diretta gol" nel quale, quando ci sono partite alla stessa ora, i commentatori si passano la linea da un campo all'altro per mostrarci tutti i gol e le azioni pericolose. Personalmente la trovo una comodità per chi ama sapere in diretta cosa succede in tutti gli stadi e quindi pensavo che anche al Mondiale sarebbe stata un'ottima idea. Sono bastati pochi secondi per farmi cambiare opinione: ogni volta che si passa da un campo all'altro si vede una veloce schermata e si sente una noiosissima e ripetitiva musichetta; tenete presente che soprattutto se le partite sono solo due, come in questo caso, si assiste ad almeno 2 o 3 cambi di campo al minuto. Se moltiplicate questo numero per i 90 minuti di gioco più recupero, capirete anche voi che dopo molto poco tale jingle diventa un incubo.


Già durante i primi giorni del Mondiale, Sky aveva scelto un estratto di una canzone del rapper Emis Killa come intermezzo prima e dopo la pubblicità, portando chiunque ad odiare tale canzone; dopo pochi giorni la frequenza è stata diminuita fino a quando è stata sostituita dal jingle di cui vi ho parlato. Spero vivamente che Sky si accorga che il problema non era Emis Killa ma la ripetitività che renderebbe noioso qualunque capolavoro e che la elimini almeno da diretta gol.

Per la cronaca si sono qualificate agli ottavi l'Olanda e il Cile che sfideranno agli ottavi rispettivamente il Messico e il Brasile.

lunedì 23 giugno 2014

Diamo i numeri: secondo turno

Si è concluso il secondo turno del Mondiale brasiliano e, dopo ulteriori 16 partite, il bilancio per molti è già chiaro; spiccano l'esclusione della Spagna e dell'Inghilterra così come la sorpresa Costa Rica che, battendo l'Italia, si è assicurata il passaggio del turno quasi certamente come prima del girone. In tema di numeri: in 16 partite quattro pareggi, di cui due a reti inviolate. Su 45 gol - 4 in meno del primo turno - nessuna autorete e solo un rigore assegnato e realizzato che porta i rigori totali a 7 senza mai un errore dal dischetto. In testa alla classifica cannonieri troviamo un quintetto a 3 reti: il tedesco Muller, gli olandesi Robben e Van Persie, il giocatore dell'Ecuador Valencia e il francese Benzema. Per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari, i cartellini gialli sono stati ben 38 - 4 in meno del turno precedente - con una media di 2,37 a partita e quelli rossi 2. Non abbiamo ancora assistito ai time out, anche se in molte partite ce ne sarebbe stato bisogno, al punto che un giudice ha imposto che non sia più un responsabile della FIFA a decidere ma la temperatura oggettiva percepita dai giocatori.



Dal punto di vista tecnico non è un gran mondiale con diverse squadre chiuse e altre contratte; anche formazioni già qualificate come l'Argentina non hanno per niente entusiasmato e quelle che nel primo turno avevano convinto hanno fatto molta fatica nella seconda partita portando a casa a stento un pareggio e in alcuni casi anche una sconfitta.
La curiosità è che ancora nessuna squadra è sicura di passare il girone come prima anche se su Colombia, Cile e Costa Rica si potrebbe scommettere; solo nel girone B ci sono già due sicure qualificate ma solo l'ultima partita dirà chi si qualificherà in testa.
Nel complesso, se avevo dato una sufficienza al primo turno, questo secondo è nettamente sotto il 6 con solo un paio di partite che valevano il prezzo del biglietto e con meno gol e spettacolo; mi auguro che l'ultimo turno, con ancora diverse qualificazioni in bilico faccia salire il tasso tecnico e di spettacolarità.
Buon proseguimento di Mondiale...

giovedì 19 giugno 2014

Le scarpette nere

C'erano una volta le scarpette nere; ai miei tempi se volevi giocare a calcio dovevi avere le scarpe con i tacchetti, 13 per i terreni duri e 6 per i terreni più morbidi e con meno aderenza, e non potevi scegliere un colore diverso dal nero. Guardando i Mondiali mi accorgo che siamo lontani anni luce dai miei tempi anche se in realtà non sono così vecchio; non parlo solo del colore ma anche dei materiali, del numero di tacchetti e di altre diavolerie delle quali ignoro l'utilità. Sono stato attento e sono quasi certo che nessun giocatore in Brasile indossi scarpe di colore nero, fatta eccezione per gli arbitri che però credo siano costretti dalle norme della federazione. Anche le nazionali più povere hanno scarpe griffate ma soprattutto colorate. Il premio per la forma più strana lo vincono le scarpette della Nike della linea Magistra con la loro calzata particolare quasi come uno stivaletto che promette di offrire maggiore libertà di movimento.


Per quanto riguarda il colore, il premio va alla Puma con le sue scarpe azzurre e rosa, con la particolarità che la destra è rosa e la sinistra è azzurra.


Se invece parliamo di motivi, vince l'Adidas con le sue scarpe Battle Pack divise in cinque famiglie, ciascuna delle quali è caratterizzata da un proprio inconfondibile design bianco e nero.


Una cosa è certa: con queste scarpe nessuno passerà inosservato!!!


mercoledì 18 giugno 2014

Diamo i numeri

Si è concluso il primo turno del Mondiale brasiliano e, dopo 16 partite, si può fare un primo bilancio, ma prima un po' di numeri: in 16 partite due soli pareggi, lo 0-0 tra Iran e Nigeria, che è anche di conseguenza l'unica partita senza reti e il 1-1 dell'ultima partita tra Russia e Corea del Sud. Su 49 gol, di cui 3 autoreti, sei sono stati segnati su rigore con una percentuale di realizzazione dal dischetto del 100%. Capocannoniere momentaneo è il tedesco Muller, che ha realizzato una tripletta, seguito da 4 giocatori che hanno fatto doppietta, due dei quali della stessa squadra e cioè Robben e Van Persie dell'Olanda. Per quanto riguarda i provvedimenti disciplinari, i cartellini gialli sono stati ben 42 con una media di 2,63 a partita e quelli rossi 3. Abbiamo assistito ad un "gol fantasma" assegnato grazie all'esordio della tecnologia ma non c'è ancora stato in nessuna partita il time out, anche se, siamo certi che, nei prossimi giorni più di una partita verrà interrotta per le estreme condizioni climatiche.


Dal punto di vista tecnico non è un gran mondiale con parecchie squadre chiuse e altre contratte; il Belgio tanto atteso seppur vincendo la sua partita ha deluso le aspettative così come l'Argentina. Discorso a parte merita la Spagna che è riuscita a subire 5 gol in una sola partita, cosa che non accadeva da svariati decenni. La sorpresa indiscussa è il Costa Rica che ha battuto un brutto Uruguay, fornendo però una prestazione ottima che dovrebbe mettere in guarda la nostra Nazionale, prossima avversaria dei centroamericani. Mi sento di annoverare proprio l'Italia tra le squadre che hanno ben figurato in questo primo turno; da anni la nostra partite d'esordio non era così convincente, certo nessuna esaltazione né voli pindarici ma il triplo regista ci ha dato maggiore concretezza e solidità.
Nel complesso mi sento di dare una sufficienza scarsa a questo primo turno e mi auguro che il prossimo sia magari più avaro di gol ma meno di spettacolo.
Buon proseguimento di Mondiale...

martedì 17 giugno 2014

La Merkel, il pachiderma Hugo e 53.000 lire.

In quella che avrebbe dovuto essere una delle partite più avvincenti del primo turno dei Mondiali di Brasile 2014 abbiamo invece assistito ad uno spettacolo davvero di bassa categoria. In campo sono scese la corazzata teutonica, sempre accreditata all'inizio di un mondiale di ottime possibilità di arrivare tra le finaliste, e la compagine capitanata dal pallone d’oro, nonché fresco vincitore della Champions League con il suo Real Madrid, Cristiano Ronaldo. Germania contro Portogallo, sulla carta una partita equilibrata; da un lato la concretezza tedesca e dall'altra la fantasia portoghese. L’inizio è abbastanza equilibrato con la Germania che spinge di più ma rischia di subire il gol per colpa del suo capitano, Lahm schierato in un’inedita e a mio avviso azzardata posizione di regista. Lui, che aveva impressionato nel 2006, nel mondiale disputato in patria, da laterale difensivo con le sue sgroppate e i chilometri macinati, relegato a uomo solo davanti alla difesa. Commenti tattici a parte, già al dodicesimo minuto i tedeschi passano in vantaggio grazie ad un rigore abbastanza netto realizzato da Muller. Al minuto 28 la punta portoghese, Hugo Almeida, da poco definito in modo poco gentile, “pachidermico” dal telecronista Sky Compagnoni si infortuna ed è l’inizio della fine; 4 minuti dopo la Germania raddoppia con Hummels che incorna su calcio d’angolo svettando tra i due difensori portoghesi che sono tutt'altro che esordienti. Su questo gol la Cancelliera Angela Merkel si alza in piedi per applaudire i suoi giocatori, mostrando una delle sue famose giacche di colore discutibile, abbinata ad un pantalone bianco che se la vedesse Enzo Miccio impazzirebbe. Il 2-0 affossa psicologicamente i lusitani e, al trentasettesimo Pepe, uno degli uomini più rappresentativi, perde la testa allargando un po’ il braccio su Muller che si butta a terra con le mani al volto; l’arbitro non ravvisa l’irregolarità, ma il difensore portoghese va a dirne quattro all'avversario ancora a terra rifilandogli una leggera testata che l’arbitro, questa volta, valuta da sanzionare con il rosso diretto. Dopo poco Muller realizza il 3-0 chiudendo già nel primo tempo una partita che ha decisamente deluso le aspettative.


A tenere viva la nostra attenzione ci pensa però ancora Maurizio Compagnoni che, per non essere da meno del suo collega della Rai Stefano Bizzotto, comincia a snocciolare aneddoti ai limiti della querela; il più succoso riguarda la prima partita in assoluto giocata dalla Nazionale tedesca, svoltasi negli anni trenta a Firenze, e che sarebbe passata alla storia per un incasso di ben 53.000 lire. Le squadre vanno negli spogliatoi e ci si illude che la partita sia finita ma l’arbitro ha fischiato solo due volte e quindi mancano ancora 45 minuti.
Il secondo tempo ci regala poche emozioni tra le quali annovero CR7 che si trasforma in “super saiyan” per protestare con l’arbitro per un rigore abbastanza netto non assegnato, e il 4-0 della Germania realizzato ancora da Muller che, con questa tripletta, diventa capocannoniere del Mondiale. 


lunedì 16 giugno 2014

Gol fantasma: finalmente la Tecnologia

La decima partita del Mondiale di Brasile 2014 è destinata a passare alla storia; si sono sfidate la Francia e l’Honduras per il girone E. Per la cronaca il risultato finale è stato un netto 3-0 per i francesi di Deschamps con due gol e mezzo di Benzema, ma non è questo che ci farà ricordare a lungo la partita; per la prima volta infatti una rete è stata convalidata dall'arbitro grazie all'uso della tecnologia. Già dalla partita di esordio, la regia internazionale ha mostrato tale tecnologia, su azioni nelle quali la palla aveva indubbiamente superato la linea di porta suscitando anche qualche commento ironico. Ieri invece, al terzo minuto del secondo tempo, il portiere Valladares non riesce a salvare una palla di Benzema dopo che ha rimbalzato sul palo alla sua sinistra, e la sfera sembra superare la linea. Il replay televisivo non scioglie i dubbi, dando l'impressione che la palla non abbia superato interamente la linea di porta.


L'arbitro brasiliano Sandro Ricci ha assegnato il gol tra le proteste della Nazionale centramericana e nell'area tecnica a disposizione dei due allenatori si è scatenata la bagarre. E' a questo punto che è intervenuta la Goal Line Technology che, in una manciata di secondi, ha dissipato ogni dubbio. Dopo aver toccato il palo, compare una simulazione via computer accompagnata da un rettangolo rosso con la dicitura “no goal”, a conferma che la palla non è entrata. Diverso l'esito dopo il tocco di Valladares: rettangolo verde con la dicitura “goal” e conseguente autorete assegnata al portiere dell’Honduras.


venerdì 13 giugno 2014

Primo gol mondiale: lo segna Ficarra!!!

Il primo gol del mondiale è un'autorete realizzata da Marcelo, difensore del Real Madrid e del Brasile, nonché sosia di Ficarra, che batte il proprio portiere all'undicesimo minuti, portando clamorosamente in vantaggio la Croazia. Neymar pareggia pochi minuti dopo con un colpo di biliardo, ma il bello deve ancora venire. 


Nel secondo tempo, dopo l'uscita di uno scolorito uomo verde (Hulk), il capofamiglia dei Flintstones (Fred), autore di una prestazione davvero impalpabile, inganna l'arbitro giapponese che fischia un calcio di rigore per un fallo che potremmo eufemisticamente definire inesistente. Dal dischetto ancora Neymar porta in vantaggio il Brasile che rischia poco dopo un'altra clamorosa autorete con David Luiz, sosia di Telespalla Bob dei Simpsons; nei minuti di recupero, a realizzare la rete del definitivo 3-1 ci pensa la statuetta Oscar.


Il commissario tecnico della nazionale verdeoro Scolari, sosia dell'attore Gene Hackman, può così festeggiare per i primi tre punti del girone, ottenuti vincendo una partita che ha visto la sua squadra giocare troppo contratta e forse un po' timorosa.


Questo, a mio avviso, era il modo migliore per raccontare una partita che quasi tutti avranno visto e che non ha certo offerto interessanti spunti né dal punto di vista tecnico né dal punto di vista dello spettacolo. La stessa regia internazionale, pur di far vedere qualcosa di interessante, ci mostra la nuova tecnologia per i gol fantasma sull'autorete di Marcelo, dove di fantasma c'è solo la faccia di Julio Cesar visto che il pallone è arrivato fino alla rete. 

giovedì 12 giugno 2014

La rosea diventa azzurra.

Oggi iniziano i Mondiali di Brasile 2014 e il maggior quotidiano sportivo italiano cioè la Gazzetta dello Sport, soprannominato la rosea, è uscita in edizione da collezione con un inedito color azzurro in onore proprio della nostra Nazionale; ma forse non tutti sanno per quale motivo la nostra maglia è azzurra. In realtà la prima maglia indossata all'esordio nel 1910 era di colore bianco con un nastro tricolore, secondo alcuni in onore della squadra più forte dell'epoca cioè la Pro Vercelli, secondo altri perché non si era ancora raggiunto un accordo sulla divisa ufficiale. A partire dal 6 gennaio 1911, e più precisamente dalla partita giocata e persa per 1-0 a Milano contro l'Ungheria, la Nazionale indossa la maglia azzurra; ci sono però diverse versioni sulla motivazione della scelta di tale colore: secondo alcuni si voleva riprendere il colore della nazionale francese, anche se in realtà sono è un blu scuro, secondo altri si voleva richiamare il colore del mare e del cielo, secondo altri ancora fu una scelta casuale presa improvvisamente a causa di una forte nevicata che rendeva difficile l'utilizzo del colore bianco. 


La motivazione ritenuta ufficiale e che il colore sia stato scelto in onore dei Savoia, rappresentati proprio dal colore blu Savoia; tale tesi è avvalorata anche dal fatto che sul lato sinistro delle prime maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, una croce bianca in campo rosso. Nel secondo dopoguerra, nonostante la nascita della Repubblica viene mantenuto il colore nelle divise sportive ma vengono eliminati la croce sabauda e il fascio littorio al cui posto, nel 1947, arriva lo scudetto tricolore presente ancora oggi.
Per completezza di informazione, la nazionale ha avuto anche una brevissima parentesi con una maglia nera, voluta negli anni 30 da Mussolini, che venne utilizzata anche nelle prime due gare dei Mondiali del 1938 vinto proprio dalla nostra Nazionale, ma per tutti noi esiste solo l'azzurro. 
Alé Azzurri!!!

mercoledì 11 giugno 2014

Brazuca, Fuleco, Caxirola e l'equivoco Carioca

A pochissime ore dall'inizio dei Mondiali di Brasile 2014 ecco alcune curiosità, sulla ventesima edizione della manifestazione, raccolte negli ultimi giorni.
Cominciamo da Fuleco (nome derivato da futebol ed ecologia), l'armadillo mascotte del torneo: un animale che per difendersi si chiude come una palla. Proseguiamo proprio con la palla, o meglio il pallone ufficiale dell'Adidas, che useranno i giocatori e che si chiama Brazuca, nome scelto con un sondaggio nel 2012 dai brasiliani e che deriva da un'espressione tipica usata per indicare elementi fortemente legati al mondo verdeoro. Brazuca è stata anche un'abile mossa commerciale che ha portato a più di 131 mila follower su twitter; ne è stata presentata anche la versione "Final Rio" che verrà usata per la finale è che presenta colori ispirati al verde e all'oro con sfumature che richiamano il Brasile.

 

Dovrebbe invece essere scongiurata la presenza delle vuvuzela, sostituite però dalla caxirola, uno strumento musicale, una specie di maracas di plastica che, sulla carta, dovrebbe essere meno fastidioso del suo predecessore sudafricano. 


Con stupore ho poi scoperto che il termine "carioca" indica una persona nata nella città di Rio de Janeiro e che viene invece usato impropriamente per definire il popolo brasiliano in generale ed i giocatori di calcio della squadra del Brasile; per di più definire carioca brasiliani di altre regioni può essere addirittura offensivo.
Venendo a temi maggiormente legati al campo segnalo la presenza dei time out durante alcune partite per aiutare i giocatori a sopportare il caldo e l'umidità; proprio per questi fattori, molto influenti nelle sedi delle partite dell'Italia, la nostra nazionale ha iniziato da giorni ad allenarsi in un ambiente particolare che riproduce tali condizioni. In tema di numeri, 114 sono i giocatori che vengono dalla Premier sui 736 totali mentre 81 vengono dal nostro campionato; la squadra più rappresentata sarà il Bayern con 15 elementi, seguito dal Manchester con 14 e dal Barcellona con 13.
In fine una curiosità sulla nostra spedizione:  le camere da letto del resort costano non meno di 350 euro al giorno e le spese totali, solo per la prima fase, ammontano a circa 4,7 milioni di euro di cui 806 mila solo per avere l'hotel in esclusiva.

martedì 10 giugno 2014

Rissa tra compagni...il surreale del calcio

Settimana scorsa, è passata sotto silenzio, troppo silenzio, una notizia che mi ha fatto riflettere e rabbrividire, forse non proprio in quest'ordine. A Terni, quella che doveva essere una festa di sport è stata cancellata da una rissa tra genitori e giocatori. Avendo frequentato molti campi come si suol dire "di periferia", so che i genitori soprattutto a livello giovanile sono l'esempio lampante di quanto sia facile rendere "marci" ragazzi di tenera età con esempi non sbagliati ma sbagliatissimi. Quello che sto per raccontarvi ha ancora di più del surreale in quanto, i giocatori e i genitori erano della stessa società e più precisamente della Ternana che, per la prima volta, si trovava a giocare una finale scudetto, seppur semplicemente quella della categoria Berretti cioè per i ragazzi dai 15 ai 20 anni. L'allenatore Mariotti aveva, per l'occasione, preso in prestito diversi elementi della squadra primavera perché la società ci teneva a vincere il titolo; i giocatori più giovani esclusi erano quindi in tribuna molto delusi ed amareggiati e, secondo una prima ricostruzione, hanno tifato contro i propri stessi compagni. Al gol del vantaggio ternano, dagli insulti si è passati alle mani e l'arbitro ha fermato l'incontro per 8 minuti, con i pochi steward che faticavano a sedare la rissa aiutati anche da altri spettatori, finché non sono intervenuti gli agenti della DIGOS. Negli almanacchi resterà la vittoria del Torino ai rigori ma è evidente che non è stata una partita normale.


Le riflessioni da fare sono due: la prima riguarda l'opportunità di schierare ragazzi più grandi per provare a vincere la partita relegando in tribuna chi si era guadagnato con il lavoro e il sudore l'accesso a quella finale e la seconda riguarda la violenza in generale sempre più presente sui campi di calcio di qualunque categoria ed età. Ovviamente non ritengo giusta la decisione presa dalla dirigenza e dall'allenatore della Ternana, ma questo non giustifica assolutamente le reazioni che ci sono state. Di tutta questa storia rimane l'amarezza di uno spettacolo indecente, della scarsissima diffusione se non a livello locale della notizia e della mancanza, almeno per le informazioni in mio possesso, di provvedimenti adeguati. Come possiamo parlare di fair play o altro se già i ragazzi e bambini, che saranno i giocatori del futuro, sono costretti a vivere queste esperienze? Il fatto poi che la rissa fosse tra persone appartenenti alla stessa società rende questa vicenda una delle più surreali che abbia mai sentito. E' sempre più difficile sperare in un futuro migliore ma non posso e non voglio arrendermi.

lunedì 9 giugno 2014

La RAI non è pronta!!!

A quattro giorni dall'inizio dei Mondiali una cosa è certa: la RAI non è pronta! Ieri sera c'era l'ultima amichevole dell'Italia contro la squadra di club del Fluminense in diretta in esclusiva su Rai1. Dopo pochi minuti, sul risultato di 0-0, si capisce che ci sono problemi col collegamento e sullo schermo appare la scritta: "siamo in attesa di ripristinare il collegamento". Per circa due minuti tale scritta si alterna alle immagini in diretta fino a quando la regia decide di andare in pubblicità; curioso che uno degli spot parli proprio dell'efficienza della RAI e della digitalizzazione. Finisce la pubblicità e ci troviamo di fronte uno schermo nero; altra pubblicità che ci parla del parlamento europeo. Finalmente si ritorna con le immagini in diretta sul risultato di 1-1 e con il telecronista ignaro di quanto accaduto; dopo altri 30 secondi di silenzio nei quali probabilmente viene avvertito dei problemi avuti, lo stesso Bizzotto ci riassume quanto accaduto. Neanche il tempo di vedere i replay delle due reti che il collegamento si interrompe nuovamente e, dopo qualche secondo, appare il faccione di un curioso personaggio, presumibilmente un giornalista RAI, con una camicia di colore improponibile e visibilmente trascurato che comincia a parlare, ma non sentiamo la sua voce perché in sovrapposizione c'è quella di Bizzotto che ci racconta il 2-1 dell'Italia.


Da questo momento la diretta prosegue senza problemi con il telecronista che si scusa per gli inconvenienti e ci informa che la colpa non è della RAI, ma di chi fornisce il segnale, ma rimane il fatto che a 4 giorni dal mondiale non è una buona pubblicità soprattutto dopo che ieri, Rai Sport1 aveva interrotto la diretta della finale femminile del Roland Garros sul 4-4 nell'ultimo set scatenando le ire dei telespettatori. Unica nota positiva sono le scuse fatte nell'intervallo da Mazzocchi che, pur ribadendo che la colpa è della sovrapposizione di satelliti, assicura che i problemi nei prossimi giorni saranno risolti ma onestamente non mi sembrava molto convinto. Senza fare del populismo e parlare del canone, trovo assurdo non avere nessuno in studio, in Italia, pronto a prendere la linea e metterci al corrente di quello che sta succedendo, soprattutto del risultato e dei gol. Personalmente avendone la possibilità seguirò tutto il mondiale sul satellite, anche perché la televisione di stato non ha i diritti neanche per la metà delle partite, ma chi non avrà scelta credo meriti un servizio migliore, anzi sono certo che meriti almeno un servizio!

giovedì 5 giugno 2014

Gli agghiaccianti aneddoti di Bizzotto

Ho pensato a lungo se scrivere questo post ma alla fine non mi sono potuto esimere dal farlo. Già la scorsa settimana guardando l'amichevole dell'Italia contro l'Irlanda ciò che mi ha colpito di più è stata la telecronaca, ma ho voluto aspettare fino alla partita di ieri contro il Lussemburgo per offrire il beneficio del dubbio al giornalista Stefano Bizzotto. Premetto che non ho mai amato le telecronache RAI delle partite della Nazionale da quando hanno mandato in pensione Pizzul e che, a prescindere, trovo stucchevoli la maggior parte degli ex calciatori che fanno il commento tecnico; ma oggi non sono qui per scrivere di Dossena o del terrificante D'Amico con le sue battute, come direbbe Conte, "agghiacciantiii". Vorrei parlare quindi di Bizzotto, giornalista che stimo e che ho accolto con favore quando nel 2012 ha sostituito Bruno Gentili come telecronista ufficiale della Nazionale maggiore avendo avuto modo di apprezzare il suo lavoro con l'Under. Confesso che quando posso scelgo le telecronache di Sky e che quindi, prima della scorsa settimana, non avevo seguito molto Bizzotto, ma sono rimasto esterrefatto dalle sue due ultime performance; certo gli avversari non erano di spessore e le partite si sono rivelate tutt'altro che interessanti ma il suo nozionismo aneddotico mi ha lasciato senza parole. 


Durante fasi di gioco importanti o meno il nostro telecronista ci parla delle vite private dei nostri avversari offrendo informazioni a dir poco superflue; a chi interessa che il portiere irlandese Forde è stato il più vecchio esordiente della sua nazionale con 33 anni e 4 mesi?, cosa abbiamo guadagnato nel sapere che l'arbitro di Irlanda Italia, Oliver è stato il più giovane ad arbitrare in Premier? per quale motivo dovrebbe interessarci che la punta del Lussemburgo Joachim è il fratello del ciclista professionista gregario di Armstrong? 
Starete pensando che sono troppo cattivo ma non vi ho ancora raccontato l'episodio peggiore: Montolivo finisce a terra dopo un contrasto di gioco e si capisce subito che potrebbe essere un infortunio grave ma Bizzotto ci tiene a farci sapere che l'irlandese McGeady è stato campione di uno sport minore irlandese; il bordocampista Antinelli lo interrompe per comunicargli la serietà dell'infortunio, già da tutti percepita leggendo il labiale di Montolivo "è rotto", e quando riprende la linea, Bizzotto non ci parla del nostro centrocampista che perderà il Mondiale ma finisce l'aneddoto su McGeady aggiungendo che è stato l'unico irlandese ad aver giocato in uno stesso stadio in due sport diversi.
A questo punto mi sento di far partire una petizione per riavere Bruno Pizzul col commento tecnico di Trapattoni visto che i due fanno già coppia fissa negli spot della Fiat; almeno ci farebbero fare quattro risate!

mercoledì 4 giugno 2014

La Nazionale è di tutti

Qualche giorno fa avevo aspramente criticato il nostro commissario tecnico Cesare Prandelli per le sue scelte nella convocazione del gruppo dei 30 premondiale e, nello specifico, per la quantomeno bizzarra applicazione del suo codice etico. Oggi che tutti si scagliano contro di lui per la definitiva lista dei 23 e per le esclusioni eccellenti come quella di Pepito Rossi io lo difendo e ne tesso le lodi. Lo difendo perché solo lui e il suo staff conoscono le reali condizioni fisiche dei giocatori in particolare di chi è tornato da poco da un infortunio, ma soprattutto perché il suo ruolo è proprio quello di selezionatore e, in quanto tale, decide e se ne assume la responsabilità sapendo di poter pagare anche con l'esonero l'aver preso decisioni rivelatesi poi "sbagliate". Sbagliate tra virgolette perché è facile parlare col senno del poi e perché sarà indimostrabile che scelte diverse ci avrebbero portato più avanti nel torneo.


Ne tesso le lodi perché umanamente è sempre disponibile, generoso e si presta per nobili cause; l'ultima, seppur nella sua semplicità, mi ha compito enormemente. Dallo scorso 20 maggio, nelle sue conferenze stampa si nota qualcosa di diverso; al suo fianco ci sono sempre stati ora giocatori ora addetti stampa ora membri del suo staff. La novità è rappresentata dalla presenza, proprio in piedi subito dietro il ct, di una interprete della Lis, la lingua dei segni, messa a disposizione dall'Ente Nazionale Sordi. Subito dopo la prima conferenza stampa Prandelli ha dichiarato che tutte le conferenze saranno tradotte nella Lis perché "la Nazionale è di tutti".


Nota a margine: alcune emittenti (Sky compresa) non hanno recepito il messaggio di Prandelli e hanno mandato in onda servizi con inquadrature strette della faccia del ct senza considerare l'interprete.

martedì 3 giugno 2014

Lalas, lo yankee del vaffa...

Difficilmente potrei dimenticare Alexi Lalas ma per chi non lo conoscesse ecco qualche informazione: difensore classe '70, è stato il primo calciatore statunitense del dopoguerra ad essere tesserato per una società italiana. Nel 1994 infatti il Padova, neo promosso in serie a, annuncia l'acquisto di quello che si rivelerà un vero personaggio fuori e dentro il campo. Nella prima stagione colleziona 33 presenze e ben 3 gol ma quello che colpisce subito è il suo look stravagante con i suoi capelli lunghi color carota e la sua barba ma soprattutto la sua inseparabile chitarra che suonava in una band, i Gypsies, con i quali ha inciso anche qualche disco.


Vive così i suoi momenti di gloria dopo la partecipazione ai mondiali del 1994 e il premio l'anno successivo di miglio giocatore statunitense anche se in Italia non godeva certo di una buona fama; nel suo primo campionato comandava una difesa capace di subire ben 58 reti ma Lalas stupisce di più fuori dal campo facendo diverse comparsate in tv e rendendosi protagonista di un litigio con Zeman chiuso con la storica frase: "Zeman è un vaffanculo!". Spirito libero, disse qualcuno, forse troppo per i nostri canoni e così la sua avventura durò meno del previsto. Con la retrocessione del Padova, Alexi torna in patria e di lui non si è saputo più niente fino a qualche giorno fa quando, alcuni giornali hanno pubblicato la notizia della sua laurea alla Rutgers University del New Jersey. Vi starete chiedendo cosa c'è di strano, ebbene il suo percorso di studi è durato ben 26 anni alla faccia dei nostri studenti fuoricorso. 
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