martedì 6 gennaio 2015

Ti Amo Campionato

"Ti amo campionato", cantava Elio nel 1998, ed oggi più che mai mi è tornata in mente la sua canzone e faccio mie le sue parole. Dopo più di due settimane di sosta è finalmente ricominciata la seria A, nella maniera migliore possibile, sia per uno sportivo sia per uno che scrive di calcio: belle partite, tanti gol e tante espulsioni, il derby d'Italia, ma soprattutto tante polemiche. In particolare questo giorno dell'Epifania passerà alla storia per il gol fantasma di Astori. Permettetemi una digressione: non ho mai capito per quale motivo in caso di un gol dubbio si usi l'espressione "gol fantasma". I fantasmi per me non esistono e quindi un gol fantasma è un gol che non esiste, ma per quelli che credono ai fantasmi è vero il contrario; aggiungo che in entrambi i casi l'espressione indica una certezza mentre nella quasi totalità dei casi il problema sta proprio nella mancanza di certezze e nella persistenza del dubbio. Per questo motivo preferisco usare, per descrivere questi episodi, la locuzione di "gol - non gol", meno bella, forse meno d'effetto, ma più corretta.


Torniamo però ad Astori che oggi, durante il primo tempo della partita tra Udinese e Roma ha colpito il pallone in area di testa mandandolo sulla traversa; dopo essere rimbalzata sul "palo orizzontale" la palla ha toccato terra prima di essere presa dal portiere friulano. Il dubbio è: la sfera ha toccato terra dentro la porta o sulla linea? In questo il regolamento è chiaro e cioè il pallone deve aver superato completamente la linea e quindi non basta che la parte inferiore della sfera sia dentro la porta ma anche la proiezione del suo " lato esterno" deve averlo fatto. 
Dopo questa noiosa precisazione l'unica cosa che si può affermare con assoluta certezza e che non possiamo avere la certezza che la palla abbia superato completamente la linea di porta; questo ovviamente perché nel nostro campionato non c'è ancora la tecnologia che toglie il direttore di gara dall'imbarazzo di dover prendere una decisione senza esserne sicuro, come accade ad esempio nel campionato inglese (Fantascienza o realtà?).
Potremmo discutere ore senza arrivare ad una soluzione ma il punto che vorrei affrontare in queste righe è quello della figura del "giudice di linea" che, da regolamento, ha non più di cinque compiti, uno dei quali è ovviamente assicurarsi che la palla oltrepassi completamente la linea di porta. Ieri è accaduto che Maresca, giudice di porta, messo lì per giudicare, abbia giudicato che il pallone non fosse completamente entrato ma, Guida, arbitro in prima abbia contraddetto il suo collaboratore assegnando il gol alla Roma. Due domande mi sorgono spontanee: se al posto dell'esordiente Maresca ci fosse stato un arbitro più esperto, Guida gli avrebbe dato ascolto? E ancora: per quale motivo esistono i giudici di linea se poi la decisione viene presa dall'arbitro? Lo stupore aumenta se penso che il nostro è probabilmente l'unico campionato che prevede la presenza di questi giudici.
Per questo e per tanti altri motivi ritengo che il nostro sia il campionato più bello del mondo, perciò canto a squarciagola come Elio, ricordando che il testo recita "Ti amo campionato, perché non sei falsato...", lasciando voi decidere se si tratti o meno di sarcasmo.


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