mercoledì 17 settembre 2014

Intervento Killer...per l'arbitro non è fallo.

Oggi voglio parlare di quello che ritengo un vero e proprio dramma sportivo: Ivano Baldanzeddu lontano dai campi di gioco per un anno dopo il duro scontro con il bresciano Valerio Di Cesare, avvenuto sabato scorso a Chiavari, al 42' del primo tempo. Ivano paga la folle entrata  dell'avversario con il piede a martello sul ginocchio. Il tutto è reso ancora più paradossale dall'assenza di un provvedimento disciplinare, e non mi riferisco al cartellino rosso che sarebbe stato più che meritato; l'intervento avvenuto non lontano dal direttore di gara Roca e sotto gli occhi dell'assistente Cangiano non è stato ritenuto falloso. Baldanzeddu dovrà subire due interventi e la prognosi è di 12 mesi.
L'autore dell'intervento aveva dichiarato a caldo "sono cose che succedono, venivo da dietro, ho preso prima la palla e poi mi è venuto addosso". Ritengo tale dichiarazione inaccettabile in quanto smentita totalmente dalle immagini. Ieri poi Di Cesare ha corretto il tiro, ma neanche troppo affermando "mi spiace molto, volevo colpire il pallone, non l'ho visto arrivare".


Inutile dire che la "svista" è clamorosa e l'arbitro andrebbe fermato per parecchio tempo in modo da poter riflettere sul proprio errore. Aggiungo solo, senza voler processare il giocatore bresciano, che la sua carriera non è certo priva di macchie; nella stagione 2009-2010 fu uno dei giocatori più fallosi della serie B e in estate, nell'amichevole con la Juve urlò "pezzo di m..." ad Amauri, che poco signorilmente gli rifilò una gomitata con inevitabile rosso per il bianconero. Nel febbraio scorso, lo stesso Di Cesare, prese 4 turni di squalifica dopo aver perso la testa a Crotone.
La cosa più assurda di tutta la situazione è che, avendo il signor Roca ritenuto l'episodio un regolare scontro di gioco, il giocatore bresciano non può essere punito neanche dalla prova tv; confido però nel fatto che intervenga la sua coscienza o quanto meno un senso di colpa anche se dalle dichiarazioni fatte a freddo sembra rimanere convinto della propria innocenza.

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