giovedì 31 luglio 2014

La scomoda verità

Chi ha già letto altri miei post lo sa, e per chi mi legge per la prima volta sarà subito chiaro: sono un malato di calcio! Tutti i giorni ascolto per ore  e ore trasmissioni radio e televisive che parlano di calcio e passo la mia vita davanti ad un computer con le pagine internet dei maggiori siti sportivi italiani sempre aperte. Il tasto F5 della mia tastiera - per chi non lo sapesse quello che serve per aggiornare le pagine internet - è praticamente consumato e posso quindi dire con cognizione di causa di essere stufo dell'ingenuità di alcuni e dell'ipocrisia di altri. Tutti si domandano per quale motivo il favorito alla poltrona della FIGC sia Tavecchio, e se lo domandavano anche prima delle sue spiacevoli dichiarazioni. La risposta è molto semplice anche se in molti non possono dirla perché spesso la verità è un fardello troppo pesante. 
La legge attualmente in vigore voluta dalla Melandri prevede una votazione per la presidenza della Federcalcio con pesi diversi per i diversi settori del nostro movimento calcistico. Le società professionistiche (Serie A, B e Lega Pro), nonostante siano quelle che portano i maggiori introiti e che hanno la maggiore visibilità e che logicamente dovrebbero avere un peso maggiore, hanno invece pochissima forza in quanto il loro voto vale soltanto il 34% del totale. 


Non giriamo attorno alla cosa; se io so che il mio voto non è sufficiente a far vincere un candidato, per quale motivo dovrei schierarmi dalla parte dello sfavorito inimicandomi quello che sarà quasi certamente il vincitore? La coerenza e forse la logica vorrebbero che mi schierassi comunque con lo sfavorito per difendere le mie idee ma nel calcio vince, a mio avviso giustamente, l'opportunismo ed è quindi giusto che io appoggi colui che poi vincerà e che sarà quindi in "debito" con me o quanto meno non mi farà la guerra. Detto questo bisognerebbe domandarsi perché le restanti componenti del movimento calcistico appoggino Tavecchio e, se per la lega dilettanti la risposta sta nel fatto che sono abituati ad essere guidati da questo "personaggio" e forse non si sono trovati così male, probabilmente, ma qui non ho certezze, le altre componenti fanno lo stesso ragionamento che fanno i professionisti. Se così fosse si potrebbe forse trovare un accordo tra queste componenti e i club delle massime serie potrebbero fare fronte comune. Ma come ci insegna la politica tutto ciò è una mera utopia perché ognuno insegue interessi personali.
Lasciatemi aggiungere che anche quei presidenti che negli ultimi giorni si sono schierati contro Tavecchio lo fanno per utilità: fanno bella figura sapendo benissimo di non rappresentare la maggioranza dei professionisti e che quindi il loro voto andrà comunque a Tavecchio.


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